Pordenone. In consiglio la mozione sul contrasto e la prevenzione del GAP Alla luce di un articolo, apparso su un noto quotidiano nazionale in questi giorni. AS.TRO precisa quanto segue:
Alla luce di un articolo, apparso su un noto quotidiano nazionale in questi giorni. AS.TRO precisa quanto segue:
“La realtà della spesa generale di gioco lecito, in ordine all’ anno 2016, dovrebbe essere quella contrassegnata dal dato “dei 109 milioni, in più del 2015”, spesi dai Piemontesi:
58 dei quali generati dalla maggior spesa sostenuta per lotto e 10elotto;
9 dal SuperEnalotto e affini,
41 dagli apparecchi da gioco lecito (AWP + VLT + COMMA7 senza vincita in denaro),
2 dalle scommesse virtuali
Il dato relativo agli apparecchi da gioco lecito, poi, risulta rappresentato in modo errato, e commentato in termini di “minor raccolta” (asseritamente grazie ai sindaci no-slot), “ma più spesa” per via dell’abbassamento del PAY OUT dal 74 al 70 %, caratterizzante le (sole) awp.
Rifacciamo i conti:
nell’anno 2015 la raccolta lorda agli apparecchi (AWP+VLT+COMMA7) è stata di 3770 milioni con una percentuale di retrocessione dell’80,26%(3026 milioni le vincite);
nel 2016, la raccolta lorda è stata di 3709 milioni con una percentuale di retrocessione del 79,05% (2932 milioni le vincite).
I 4 punti di pay out, pertanto, non c’entrano nulla, in quanto lo scostamento effettivo è dell’1,21%, mentre risulta evidente un dato molto più semplice: “giocando meno (del 1,6%) ” si vince meno (dell’1,2%), in quanto alcune vincite destinate alla fase “fine ciclo”, non sono state raggiunte.
Parrebbe che ci sia poco da “applaudire” (circa l’operato dei Sindaci e della Regione), per aver fatto scendere la raccolta degli apparecchi legali dell’ 1,6%, generando però quell’impennata di malati di G.A.P. che tutti i “sanitari Piemontesi” denunciano, “spostando” la spesa su altri giochi, e, infine, creando un aumento dell’1,3% della “spesa generale”.
Eppure l’articolo rileva (a poche ore dal verdetto del T.A.R. sull’ordinanza di Torino), come i provvedimenti localmente assunti siano “validi”, da approvare anche per il futuro, perché avrebbero pur sempre creato positivi effetti. Quali è lecito chiedere.
Al cospetto di limitazioni orarie – disposte su base comunali – che incidono sino al 60-75% (a seconda delle zone) sul tempo effettivo, a disposizione dell’utenza generalista per giocare, i dati non rivelano nulla che si possa percepire di “positivamente abbinato” alle restrizioni.
Certo è che, dopo l’aumento dei malati, l’aumento della spesa, e semplicemente la disaffezione di qualcuno per una slot lecita trovata spenta ( “prontamente sostituita” con una schedina), è chiaro che la soluzione al problema G.A.P. sia ben lontana dal potersi dire risolta dallo spegnimento degli apparecchi leciti per mezza/tre quarti di giornata”.
“Ci si augura che l’autorevolezza del “messaggio di informazione” possa in futuro prestare più attenzione alla reale incidenza dei dati- conclude Astro- e si resta a disposizione della Testata e dell’autore per ogni e più opportuno confronto e approfondimento”.
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PressGiochi
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