L’avvocato Osvaldo Asteriti torna ad occuparsi di G&V, dei quali è un “fiero oppositore” analizzandone le contraddizioni. “Nelle lotterie tradizionali a estrazione differita- commenta- ormai quasi sparite, la raccolta
L’avvocato Osvaldo Asteriti torna ad occuparsi di G&V, dei quali è un “fiero oppositore” analizzandone le contraddizioni.
“Nelle lotterie tradizionali a estrazione differita- commenta- ormai quasi sparite, la raccolta di gioco, consistente nella vendita dei biglietti, precede il momento dell’estrazione, in cui tutti coloro che hanno acquistato il biglietto hanno la medesima probabilità di vincita e hanno la certezza che tutti i premi annunciati siano realmente in palio. Non è così, invece, per le lotterie istantanee, nelle quali la vendita dei biglietti e la fase dell’estrazione, a cui provvede ogni giocatore al momento in cui gratta il biglietto, si sovrappongono, comportando la concreta possibilità di partecipare ad una lotteria … senza premi. Può infatti accadere che al momento in cui i giocatori acquistano un biglietto di una lotteria gratta & vinci, i premi in palio siano già stati assegnati, in tutto o in parte, senza che ai giocatori stessi venga data alcuna informazione in merito”.
L’avvocato, fa anche il conto del “peso” dei G&V.
“E’ di 324 milioni 240 mila il numero solo del primo lotto di biglietti delle lotterie istantanee indette finora nell’anno in corso- continua- Per quanto riguarda il primo lotto delle lotterie 2016, considerando un peso medio di 5 grammi a biglietto, si tratta di 1.621.200 kg, 1.621,2 tonnellate di materiale tossico, che nuoce alla salute, che può causare dipendenza”.
“Sembra paradossale- prosegue Asteriti- ma esiste un gioco d’azzardo in cui, non solo la probabilità di vincita è remotissima, come in tutti i giochi d’azzardo, ma manca perfino la possibilità di vincita, insomma un “gioco senza vincite in denaro”. Quello appena descritto, seppure grave, non è il solo aspetto paradossale delle lotterie istantanee, un gioco d’azzardo comunque di grande successo, molto amato dagli italiani, offerto dai monopoli in 62 tipi diversi, con miliardi di biglietti in circolazione. La cessazione di una lotteria istantanea non viene dichiarata, come si potrebbe credere, a seguito dell’assegnazione di tutti i premi in palio ma, come hanno chiarito i monopoli, “…a seguito del venir meno dell’interesse dei giocatori per la specifica lotteria…”. In questo caso, per dichiarare la cessazione, i monopoli verificano che “i biglietti fino a quel momento venduti abbiano distribuito premi in linea con la percentuale prevista” nel decreto istitutivo. Nei decreti di chiusura, la formula utilizzata è “Valutato che il pay-out effettivo dei biglietti distribuiti risulta sostanzialmente in linea con quello teorico fissato con il decreto di indizione” Una vaghezza relativa a un dato economico importantissimo che non si concilia con la natura di servizio pubblico del gioco d’azzardo, con conseguenze essere pesanti per i giocatori, come dimostrano i seguenti esempi.
“La lotteria Dado 7- conclude l’avvocato- è una lotteria da 81.600.000 €, 40.800.000 biglietti da 2 €, con un pay-out del 63,48%. Venduti biglietti per 50 milioni, ad esempio, ai monopoli che rilevassero il ‘venir meno dell’interesse dei giocatori’, basterebbe verificare l’assegnazione di premi per 31 milioni, pari al 63,48% dei biglietti venduti, per dichiararne la cessazione. Per raggiungere questo risultato, però, basterebbe avere assegnato solo i premi da 2, 5 e 7 euro, complessivamente più di 34 milioni di euro. Così come si potrebbe dichiarare la cessazione della lotteria, una volta distribuiti tutti i biglietti, anche senza avere assegnato i premi maggiori, 5 da 100.000 euro, che rappresentano solo lo 0,96% del montepremi. In questo caso, i monopoli potrebbero ritenere il payout effettivo sostanzialmente in linea con quello teorico”.
PressGiochi
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