L’avvocato Osvaldo Asteriti stavolta commenta “polemicamente” i dati sulla sulla ludopatia e l’atteggiamento dei Monopoli a riguardo. E’ stata presentata al Parlamento la relazione annuale 2016 predisposta dal DPA
L’avvocato Osvaldo Asteriti stavolta commenta “polemicamente” i dati sulla sulla ludopatia e l’atteggiamento dei Monopoli a riguardo.
E’ stata presentata al Parlamento la relazione annuale 2016 predisposta dal DPA (Dipartimento politiche antidroga) presso la Presidenza del Consiglio. Alcuni dati fanno riflettere. Alcuni dati contenuti nella relazione annuale al Parlamento, predisposta dal Dipartimento politiche antidroga preso il Consiglio dei ministri, fanno riflettere. Manca chiarezza circa un dato assolutamente strategico e essenziale, il numero dei malati di gap. Il dato risulta “non pervenuto” considerando che, incomprensibilmente, solo il 17% delle strutture del “privato sociale” hanno comunicato il numero delle persone affette da Gap da loro seguite.
Incomprensibilmente perché queste strutture, finanziate con soldi pubblici, dovrebbero affrontare il problema del Gap, fornendo prestazioni di cura a persone affette da questa dipendenza e non dovrebbero avere alcuna difficoltà a comunicare questo dato ad Organi ufficiali, nell’ambito di una ricerca sul tema. C’è anche un altro elemento che desta preoccupazione, per non dire vero e proprio sconcerto. Dall’indagine elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità – Dipartimento del Farmaco – Reparto Farmacodipendenza Tossicodipendenza e Doping che ha implementato il progetto Sistema di Sorveglianza Nazionale sul Disturbo da gioco d’azzardo, è emerso che più della metà degli intervistati non ritiene gratta e vinci (56%), lotto (54%) e win for life (51%) giochi d’azzardo.
Il dato rappresenta, in maniera plastica, il pieno successo della politica “negazionista” perseguita con pervicace insistenza dai monopoli, in tema di comunicazione dell’azzardo.
Tranne che in abbinamento ai termine “illegale” o “patologico”, il gioco d’azzardo non esiste, né nelle norme (poche) che lo disciplinano, né, soprattutto, nel lessico dei monopoli. Anche negli avvertimenti sul pericolo dipendenza, che in modo frettoloso e superficiale i monopoli forniscono, perché costretti, è il gioco che può causare dipendenza patologica non il gioco d’azzardo.
Altrimenti sarebbe come ammettere che il gioco “legale e responsabile”, quello offerto dai monopoli, innocuo, altro non è che gioco d’azzardo, uguale a quello illegale e con gli stessi effetti deleteri sulla salute di chi lo pratica.
Si capisce perché il Governo e il Ministero della Salute si siano sempre rifiutati, opponendo un rumoroso silenzio, di affrontare la questione di una comunicazione leale e corretta in materia di giochi … d’azzardo, ad esempio, come innumerevoli volte richiesto, anche attraverso una campagna di comunicazione istituzionale, come le tante proposte dalla Rai sui temi più disparati.
I monopoli e non solo loro preferiscono, con una ipocrisia pelosa, contrapporre i giochi con vincite in denaro, legali e responsabili, al gioco d’azzardo illegale, uguali tra loro, sostenendo però che solo il secondo può creare dipendenza e chiedere per i primi “Ti piace vincere facile?”, con una musichetta orecchiabile e ipnotica che accompagna la domanda.
La difficoltà sta nello spiegare a chi si è ammalato di gap giocando con i g&v acquistati ovunque e le slot presenti dappertutto che si tratta di giochi, solo giochi, e che l’azzardo che fa male alla salute e ella vita è altro.
PressGiochi
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