Questa volta la riflessione dell’avvocato Osvaldo Asteriti è sulle implicazioni economiche (e morali) dell’azzardo. “Il settore del gioco d’azzardo- commenta- può essere valutato alla stregua di un qualsiasi altro
Questa volta la riflessione dell’avvocato Osvaldo Asteriti è sulle implicazioni economiche (e morali) dell’azzardo.
“Il settore del gioco d’azzardo- commenta- può essere valutato alla stregua di un qualsiasi altro comparto economico del Paese o per le sue caratteristiche e implicazioni merita considerazioni diverse.
Il nostro Paese è ormai una bisca a cielo aperto, il gioco d’azzardo legale, con l’alibi di contrastare quello illegale, ha finito per soffocare la vita di milioni di persone, a cui non offre in realtà nient’altro che un panorama di solitudine e disperazione”.
“Il gioco d’azzardo viene guardato dalla prospettiva delle aziende che partecipano alla spartizione del business- prosegue l’avvocato- lo Stato nella parte del leone, senza soffermarsi affatto o comunque non abbastanza sulle conseguenze che la sua pratica comporta nella vita delle persone. Si cerca di accreditare tesi improbabili come quella del ‘gioco responsabile’ o modelli altrettanto inverosimili come il ‘giocatore sociale’, promossa con la campagna Diventa un giocatore sociale, un protocollo sottoscritto tra Adiconsum e Unibet Group, una delle maggiori società che operano nel mercato dell’online gambling, facendo finta di ignorare che il gioco d’azzardo si basa proprio sull’asocialità e sulla dipendenza. Non si spiega altrimenti come abbiano fatto gli italiani che hanno effettivamente giocato d’azzardo nel 2015, senza cioè calcolare nel computo, come fanno certe statistiche, i neonati, che non giocano d’azzardo, a spendere 88 miliardi e 200 milioni di euro, 4.500 euro in media ciascuno, una cifra che segnala già un allarme dipendenza. Si fa finta di credere che il comparto dell’azzardo legale sia un settore come un altro della vita economica del Paese, senza tenere conto di quali siano le conseguenze che questa iattura comporta sulla vita delle persone che cadono nell’inganno della vincita facile, quella che promette di trasformare i giocatori, le persone, in stralunati turisti per sempre”.
“Chi ricorda oggi il diciannovenne suicida a Barano d’Ischia nel luglio del 2013, per avere speso i risparmi familiari su due siti di gioco on line- prosegue- Anche in quell’occasione il Governo, per bocca del viceminsistro Bubbico si espose con dichiarazioni forti: ‘Quello del gioco d’azzardo e del gioco on line è problema di estrema gravità’. ‘Si tratta di una situazione non accettabile sulla quale interverremo con urgenza…’. Sembra inutile precisare come la situazione da allora sia effettivamente mutata, peggiorando molto, senza che alcuna azione concreta sia stata posta in essere dal Governo né “sotto il profilo della normativa sia sotto quello della prevenzione”, tanto che oggi colleghiamo l’assurda tragedia di Genova con la dipendenza da gioco d’azzardo, in particolare dei pericolosissimi gratta & vinci”.
“Eppure anche il Governo attuale dichiara con fierezza, con il viceministro Baretta: ‘Tuteliamo la salute e garantiamo la legalità’- conclude Asteriti- Chissà perché sentendo queste esternazioni mi torna in mente un proverbio, antico ma sempre attualissimo che sentivo da bambino e che come tutti i proverbi costituisce un distillato di saggezza popolare: ‘Chiacchiere e tabacchere e’ lignamm o’ Banco ‘e Napule nun ne ‘mpegna!’”.
PressGiochi
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