Si è tenuta questa mattina l’Assemblea nazionale dei sindacati di 150mila lavoratori dipendenti del settore del gioco legale, della distribuzione specializzata, delle sale Bingo, delle case da gioco, delle sale
Si è tenuta questa mattina l’Assemblea nazionale dei sindacati di 150mila lavoratori dipendenti del settore del gioco legale, della distribuzione specializzata, delle sale Bingo, delle case da gioco, delle sale scommesse e gaming halls sono in zona rossa dall’inizio della pandemia. Una conference call che ha coinvolto fino a 700 persone connesse per chiedere la riapertura delle attività.
Ad intervenire Danilo Lelli (Filcams Cgil) (nella foto) che ha dichiarato: “Continueremo a mobilitarci per la riapertura del settore. Non ci fermeremo anche nei confronti delle normative regionali che stanno creando difficoltà. Con le aziende del gioco abbiamo realizzato protocolli molto più restrittivi di altri settori, le aziende hanno pari dignità di altre e pensiamo che non sia giusto avere ancora chiusure.
Il Governo deve individuare immediatamente una data per la riapertura del settore giochi.
Abbiamo attivato un rapporto con le aziende che esprimono una fortissima preoccupazione e fragilità. Dopo un anno di chiusura i nodi arrivano al pettine. C’è una situazione molto pesante e le istituzioni devono intervenire immediatamente.
Siamo disponibili ad aprire una discussione anche sulla considerazione popolare che si ha di questo mondo. Il sistema legale impedisce le attività criminali, ma il settore deve avere una sua dignità. La buona gestione del gioco legale è la vera lotta alla ludopatia”.
Presente anche Roberto Massaro di Filcams Cgil che ha aggiunto: “I lavoratori del gioco legale sono più di 150mila, lavoratori che sono in zona rossa dall’inizio della pandemia indipendentemente dal colore del resto d’Italia. Migliaia di persone bloccate che vogliono gli stessi diritti di altri settori che hanno potuto, seppure a singhiozzo, lavorare”.
“Gli stessi Monopoli di Stato – ha evidenziato Luca De Zolt (Filcams Cgil) – hanno denunciato gli affari d’oro del gioco illegale con le chiusure del 2020. Nonostante ci siano dei chiari dati la consapevolezza della politica è ancora lontana. Questo è preoccupante e rivela un atteggiamento miope e discriminatorio”.
Inoltre è intervenuto anche Marco Demurtas, responsabile nazionale per Fisascat Cisl, che ha spiegato: “La pandemia ha aggravato la situazione e ha evidenziato la costipazione di un comparto che stava già combattendo la sua battaglia contro un sistema legislativo contraddittorio. Le decisioni prese dallo Stato e dal Governo hanno posto quasi sempre uno stop ad ogni tentativo di affrontare le questioni che riguardano il settore: distanziamento, concessioni ed infine i protocolli sanitari. Poi ci si è scontrati con il potere legislativo delle Regioni, esercitato spesso con fantasia nel definire le distanze tra punti sensibili e sale gioco. Il tema fondamentale è il richiamo alla dignità per questo settore, anche attraverso lo slogan ”Il gioco non è un gioco, ma è una cosa serissima”, che genera un gettito importante e intrascurabile, ma anche sotto l’aspetto dell’occupazione, infatti molti di quelli che vengono impiegati in questo settore rischiano di essere “ceduti” alla malavita organizzata. Ho ricordato l’esempio dell’ippica, settore importantissimo per lo Stato per tutto il suo contorno, che una volta era gestita in maniera esemplare dallo Stato, invece oggi ai telegiornali si parla di gare ippiche clandestine nelle città, di persone che girano con i computer nei punti di gioco chiusi a raccogliere scommesse, questo è un pericolo serio che sta minando il settore del gioco lecito. I 150mila lavoratori sono pronti ad affrontare tutti i percorsi necessari per il rilancio, la lotta di questi lavoratori continua e ci vedremo a breve in piazza”.
Anche Paolo Proietti, responsabile nazionale di Uiltucs, ha parlato del difficile rapporto tra politica e settore, affermando: “Ad un certo punto abbiamo maturato la convinzione che si dovesse garantire a questo settore un trattamento uguale agli altri settori, tant’è che è nato lo slogan “Regole del gioco uguali per tutti”. È chiaro che l’iniziativa di oggi era nata sotto un cielo diverso, pensavamo di scendere in piazza, ma l’aggravarsi della pandemia ha portato ad una scelta diversa determinata dalla responsabilità nostra e dei lavoratori, ma nonostante questo ci ha dato un grande conforto soprattutto per la grande partecipazione. Non appena matureranno le condizioni giuste è sicuro che questa iniziativa verrà rilanciata e ne seguirà una massiccia mobilitazione, in cui confidiamo anche in termini di risultati. Un elemento che non è venuto fuori nell’assemblea precedente è il tema che riguarda il rapporto tra politica e questo settore. È fortemente simbolica la posizione assunta dal TAR del Lazio riguardo la sospensione dei DPCM che hanno determinato la chiusura, infatti anche il tribunale ha affermato che non c’è logica nel blocco dell’attività”.
Il 24 di febbraio – hanno evidenziato i sindacati spiegando quale sarà il prossimo passo successivo – abbiamo presentato un avviso comune con la Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi – Confcommercio Imprese per l’Italia, Egp – Associazione Esercenti Giochi Pubblici, Federbingo – Federazione Nazionale Concessionari Bingo e Operbingo Italia Spa nella quale abbiamo evidenziato i contenuti da portare all’attenzione del Governo con l’esigenza primaria di superare la fase emergenziale e riportare il settore ad una fase di dignità. Il settore è vittima di un giudizio proibizionista, è invece un comparto che rappresenta una filiera che dà occupazione a 150mila figure professionali anche altamente qualificate e c’è un impianto serio di rivendicazioni che aspetta di essere abbattuto. Un pregiudizio creato anche con l’intervento dei Governi locali. E’ un settore che ha raccolto e registrato esperienze importanti di contrasto all’illegalità e che merita di essere riconosciuto”.
“Esiste – ha concluso Luca De Zolt – un problema di percezione di questi lavoratori e di pregiudizio. Nell’Assemblea sono emersi spunti. Quello che dobbiamo fare è non solo riconoscere la loro dignità ma evidenziare il loro ruolo di presidio di legalità e gestione del cliente rispetto a tutto il problema della ludopatia.
La professionalità dei lavoratori sono una risposta a questo. Questi due elementi sono carte da giocare. Il messaggio che deve passare è che questi lavoratori sono gli alleati principali dello Stato nella lotta all’illegalità.
PressGiochi
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