Al fine di concedere liquidità alle attività che si trovino in una situazione di improvvisa carenza economica a causa dell’emergenza Covid-19, molte Regioni stanno adottando misure di sostegno ed iniziative
Al fine di concedere liquidità alle attività che si trovino in una situazione di improvvisa carenza economica a causa dell’emergenza Covid-19, molte Regioni stanno adottando misure di sostegno ed iniziative a favore delle imprese che hanno dovuto sospendere la propria attività per effetto delle disposizioni normative adottate dal Governo.
Molte Amministrazioni regionali si stanno orientando nella concessione di finanziamenti che però escludono -tra i beneficiari- le imprese di gioco legale: dopo il Molise, anche la Regione Lazio ha escluso le attività del settore dei giochi (oltre a quelle legate alla produzione e al commercio di tabacco e bevande alcoliche) dai destinatari dei finanziamenti regionali per la liquidità delle MPMI.
Simili situazioni — scrive Astro – soprattutto in un momento di forte difficoltà come quello odierno- si traducono in vere e proprie discriminazioni nei confronti di settori, non solo pienamente legali, ma che operano per conto e sotto l’egida dello Stato (come il gioco ed il tabacco): in ragione di ciò, As.tro ha deciso di segnalare questa circostanza in una missiva indirizzata al Governo, al MEF ed al Presidente della Regione Lazio.
“Altre regioni stanno procedendo – si legge – nella stessa maniera, addirittura giustificando espressamente l’esclusione sulla base di “motivi etici”, come se, in una moderna democrazia occidentale si potessero giustificare con tali motivi, per loro natura “soggettivi e nebulosi” (a differenza delle norme di legge) delle discriminazioni a scapito di soggetti che operano nella piena legalità.
Le imprese autorizzate (mediante licenze rilasciate dalle autorità di pubblica sicurezza) all’offerta di gioco con vincita in denaro, sono infatti pienamente riconosciute, regolate e controllate dallo Stato, facendo addirittura parte di un settore di pertinenza pubblica, le cui attività lo Stato stesso esercita mediante concessionari pubblici che, a loro volta, si avvalgono degli altri soggetti (anch’essi svolgenti alcune funzioni di rilevanza pubblica), i quali, tutti insieme, compongono la filiera del gioco “pubblico” legale. Tali caratteristiche rendono del tutto impropria l’equiparazione, operata nel documento in esame, delle attività del comparto del gioco pubblico alle altre attività anch’esse oggetto di esclusione (ad es: pornografia e commercio di armi). Nel caso descritto, come in quelli analoghi che stiamo segnalando, si è quindi di fronte ad interventi che, non solo discriminano imprese pienamente legali ma che addirittura operano per conto e sotto l’egida dello Stato, assicurandogli un gettito complessivo di circa 12 miliardi annui.
In sostanza si tratterebbe di stabilire – una volta per tutte – un principio che dovrebbe essere scontato in un ordinamento liberaldemocratico: i soggetti economici che operano entro e nel rispetto dei confini tracciati dall’ordinamento giuridico vigente meritano, anche nel rispetto del principio di uguaglianza stabilito dall’art. 3 della Costituzione, di non subire discriminazioni.
La presente quindi per fare appello alle autorità governative affinché, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, facciano quanto necessario, nell’ambito dei loro poteri costituzionalmente riconosciuti dall’art. 120 della Costituzione, per evitare discriminazioni (con riferimento alle misure di sostegno alla ripresa economica) tra le diverse imprese che operano nella legalità: l’unico parametro che deve guidare la concessione di sussidi e benefici dovrebbe continuare ad essere rappresentato dal pregiudizio economico-occupazionale che la crisi sta cagionando all’intero settore economico legale.
PressGiochi
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