“Sul fronte di quella che è l’informazione relativa al gioco pubblico abbiamo notato che c’e una notevole confusione nel modo in cui vengono trattati i dati e questo è un
“Sul fronte di quella che è l’informazione relativa al gioco pubblico abbiamo notato che c’e una notevole confusione nel modo in cui vengono trattati i dati e questo è un elemento distorsivo grave”.
“La prima informazione del tutto distorta che passa è che si spende ciò che si punta – ha dichiarato Alessandro Aronica, vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al convegno di Milano dal titolo ‘Gioco in Italia, un settore a confronto”-. La differenza è di 1 a 5. Nella realtà moderna fare questo errore significa considerare il gioco 5 volte più importante di quello che è nel bilancio delle famiglie. La spesa è circa 20 miliardi e non è affatto poco. Se guardiamo questo dato in rapporto al Pil e agli altri Stati europei noi ci collochiamo in una fascia molto alta. Esiste un punto di vista secondo il quale l’offerta di gioco crea una domanda, ma noi certamente possiamo dire che c’e un percentuale di verità, e possiamo dire che dall’altro lato ci sono i provvedimenti che tendono a temperare l’offerta come quelli della finanziaria 2016. Poi si tratta di capire se questa domanda indotta sia tutta uguale.
Abbiamo fatto come amministrazione pubblica – ha continuato Aronica – qualcosa di serio. Abbiamo ricostruito la serie storica di dati del circuito legale. Abbiamo cercato di riordinarli in modo tale che siano fruibili per tutti. Non solo è sbagliato prendere la raccolta come dato di spesa. Nel 2006 la spesa si attestava a 12 miliardi, quindi oggi si spendono oltre 7 miliardi in più ma qui c’e dentro sia l’aumento dell’offerta di gioco sia la legalizzazione di nuovi prodotti. La spesa è aumentata in Italia di una quota percentuale che non è di 7 miliardi perché c’e stato un processo di legalizzazione che va considerato.
Il distanziometro non è una misura del tutto inutile. La popolazione del gioco online e quelli del gioco fisico sono diversi. Non è vero che chi smette di giocare poi passa all’online.
Sulla pubblicità sono stati introdotti dalla legge di stabilità 2016 elementi qualitativi importanti. Io credo che la pubblicità promozionale sia da evitare.
Sui numeri del settore economico e della ludopatia si conoscono le cifre. Devo anche darvi ragione sul fatto che c’e molta confusione del gioco d’azzardo. Noi abbiamo affidato una ricerca sul tema del gioco patologico. I numeri sono bassi perché non prendono in considerazione tutte le persone malate che spesso non denunciano il problema e lo nascondono.
Quando noi mettiamo una distanza rischiamo di chiudere il gioco occasionale o quello patologico?
Il problema non è ridurre l’offerta ma ricondurre la domanda entro limiti fisiologici del divertimento”.
“Vorrei precisare – ha continuato Aronica – che in Italia il gioco online è estremamente regolamentato. Bisogna uscire da una certa confusione. Dobbiamo ragionare sui dati reali e non su quelli di fantasia. Oggi sono contento divedere il modo anche appassionato con cui la politica in questo incontro si rapporta a questo settore.
Il circuito legale va tutelato su tutti gli effetti, noi combatteremo in tutti i modi per impedire che venga infiltrato dalla criminalità perché i danni sarebbero irreversibili. Da parte delle associazioni – degli operatori – ha concluso il vicedirettore – deve esserci un impegno fortissimo perché dobbiamo rivendicare in imprenditorialità sana”.
Ad intervenire all’evento anche Roberto Cota della lega Nord che ha riconosciuto come “il settore del gioco da un punto di vista della comunicazione è sotto attacco. Voi siete persone oneste poiché rispettate le regole, pagate le tasse. Sarebbe ora di finirla di fare di tutta l’erba un fascio e di smetterla con questa campagna diffamatoria. Sono qui come avvocato non come politico ma devo riconoscere che non è possibile svolgere un’attività economica se le regole del gioco vengono continuamente cambiate”.
SB – PressGiochi
PressGiochi
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