Non ci sono, almeno per il 2019, situazioni derivanti da indagini giudiziarie e investigative che abbiano fatto emergere nuovi elementi di preoccupazione in fatto di infiltrazioni da parte della criminalità
Non ci sono, almeno per il 2019, situazioni derivanti da indagini giudiziarie e investigative che abbiano fatto emergere nuovi elementi di preoccupazione in fatto di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata rispetto a quelli già segnalati nel 2018. Tuttavia, le ragioni per non abbassare la guardia ci sono anche per la collocazione geografica del Friuli Venezia Giulia, zona di confine permeabile a traffici di droga, armi e tabacco, nonché fonte di flussi di denaro alimentati anche dal gioco d’azzardo, dalle estorsioni e da altre attività illecite e da riciclare nell’economia legale.
È il principale dato che emerge dai lavori dell’Osservatorio regionale antimafia che, presieduto dal coordinatore Michele Penta, sta lavorando alla preparazione della relazione annuale in vista della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si celebra il 21 marzo, primo giorno di primavera.
Un appuntamento in cui sarà delineato dettagliatamente il quadro della situazione e redatto un bilancio delle attività di monitoraggio che l’Osservatorio svolge per comprendere l’evoluzione del fenomeno delle mafie nel tempo, coltivando anche rapporti istituzionali con gli altri organismi – dalle Prefetture alla Conferenza nazionale degli Osservatori – che si occupano di prevenirlo e contrastarlo. L’impegno è anche rispetto a un’azione sinergica per uniformare il più possibile le diverse normative regionali, come per esempio in tema di beni sequestrati e confiscati.
Dall’attività emerge anche un’intensa rete di rapporti con associazioni a livello locale e nazionale impegnate sullo stesso fronte, da Libera ad Agende Rosse (che si occupa di infiltrazioni nelle amministrazioni pubbliche), ad Avviso Pubblico. Inoltre non sono mancati i contatti con scuole, organizzazioni produttive ed enti locali.
A questo proposito, l’auspicio di Penta è che da parte del territorio – scuole, amministrazioni comunali, realtà imprenditoriali, privati cittadini – ci sia ancora maggiore interesse per il lavoro che l’Osservatorio può fare in termini di informazione e formazione sui meccanismi che riguardano i fenomeni mafiosi, anche raccogliendo segnalazioni e preoccupazioni.
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