Proprio in questi giorni si sono discussi i contenuti di un decreto in cui è contemplato il divieto assoluto di ogni forma di promozione di giochi d’azzardo nel nostro Paese,
Proprio in questi giorni si sono discussi i contenuti di un decreto in cui è contemplato il divieto assoluto di ogni forma di promozione di giochi d’azzardo nel nostro Paese, che ha suscitato non poche reazioni.
Per l’Associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze, che da 15 anni si occupa di gioco d’azzardo e delle sue derive, l’abolizione della pubblicità è una misura di contenimento ambientale dei rischi.
“La scienza della prevenzione dei comportamenti additivi (tutti, non solo il gioco d’azzardo) – spiega AND – ormai da anni ha misurato l’efficacia delle varie strategie, dando indicazioni su come agire. Ne è scaturito che le misure più utili a cambiare le abitudini delle persone sono l’agire sui prezzi di vendita, sulla disponibilità, sulla promozione/pubblicità e sulle caratteristiche e design dei prodotti di gioco d’azzardo.
Non stupisce che l’industria insorga contro la proposta di abolire ogni forma di pubblicità e sponsorizzazione, diretta e indiretta, per ogni forma di gioco d’azzardo, dal momento che la ricerca sia nazionale che internazionale ha dimostrato anche un altro dato: il settore dell’azzardo industriale di massa si nutre dei soldi provenienti dalle tasche di un limitato numero di consumatori regolari, che spendono molto denaro (ben più di quello che si potrebbero permettere); in buona parte quindi, i finanziatori dell’industria dell’azzardo sono proprio quei clienti assidui, con problemi di dipendenza.
Non è un mistero che sin qui l’industria dell’azzardo ha potuto contare sull’appoggio incondizionato della politica e per ciò stesso ha fortemente contribuito ad orientare gli approcci adottati nel nostro Paese, grazie una compagine governativa (Ministero delle Finanze, ma anche della Salute e non solo) che – almeno da una ventina di anni a questa parte – poco hanno considerato gli altri portatori di interessi: giocatori e loro familiari, ma anche amministrazioni locali che hanno dovuto arrangiarsi per porre rimedio ai costi dell’azzardo di cui hanno dovuto integralmente farsi carico. Né nel nostro Paese si è operato a garanzia di valori costituzionali prevalenti: tutela della salute e tutela del risparmio.
Gli studi scientifici sui vari giochi d’azzardo mettono in luce che essi (in particolare alcuni) hanno caratteristiche oggettive “interne” / strutturali tali da mettere a rischio la salute delle persone coinvolte.
Quando parliamo di questo aspetto dunque dobbiamo ricordarci dell’impatto negativo diretto derivante dalla pratica regolare di tali attività, cioè il calo del benessere dei giocatori; ma anche di quello indiretto, cioè il decremento della qualità della vita dei familiari e tutto l’entourage sociale con cui il giocatore viene a contatto. Questi indicatori, che sono stati a lungo studiati scientificamente, giustificano ampiamente una misura protettiva.
Inoltre, la pubblicità di per se non è “selettiva”: in altre parole, è impossibile limitarne tempi, luoghi e modi di diffusione in modo da avere la assoluta certezza che essa non colpisca comunque le categorie fragili (minorenni e giovani, persone indebitate o in difficoltà economiche, ecc.).
Infine, va rammentato che il modello distributivo del gioco d’azzardo sin qui adottato nel nostro Paese ha instaurato una vera e propria dipendenza dall’azzardo che va ben oltre i giocatori eccessivi coinvolti: tra i “dipendenti” ci sono ad esempio anche team sportivi, città / musei / fondazioni ecc. che hanno accolto manifestazioni sponsorizzate, l’editoria che vende spazi pubblicitari, e molti altri soggetti….incluso lo Stato che non può facilmente rassegnarsi a rinunciare a quei “miseri” 9 miliardi di euro circa che arrivano all’erario dall’azzardo, a fronte dei 102 miliardi raccolti dal settore nel 2017…
Il gioco d’azzardo è consentito, ma per tutte queste ragioni non dovrebbe esserlo la sua promozione attiva.
Ci auguriamo per questo una veloce messa in pratica di questa restrizione – divieto totale di pubblicità al gioco d’azzardo -, andando oltre i molti ostacoli che certamente verranno disseminati strada facendo”.
PressGiochi