21 Novembre 2024 - 15:38

Alla Camera si snocciolano i numeri del gioco legale, per una buona riforma del settore

Si danno i numeri, tanti numeri, quelli del gioco oggi alla Camera dei deputati in occasione del convegno organizzato dal Milton Friedman Institute dal titolo “Gioco legale: regole uniformi per

07 Novembre 2023

Si danno i numeri, tanti numeri, quelli del gioco oggi alla Camera dei deputati in occasione del convegno organizzato dal Milton Friedman Institute dal titolo “Gioco legale: regole uniformi per garantire sicurezza, legalità e gettito”.

A partecipare all’evento le principali associazioni di categoria del gioco pubblico che all’unisono hanno messo in evidenza i numeri del comparto che dovranno essere tenuti attentamente in considerazione dal Governo in vista dell’attuazione del riordino del settore, come previsto nella delega fiscale.

“Il settore del gioco legale ha bisogno di una regolamentazione complessiva e che tutti i settori del mercato vengano regolamentati nello stesso momento. Regolamentazioni successive nel tempo – ha spiegato Alessandro Bertoldi dell’Istituto – hanno portato a creare svantaggi tra operatori degli stessi comparti e a favorire anche il gioco illegale, come accaduto nel caso di adozione di politiche proibizioniste adottate dalle regioni e dagli enti locali. Per questo serve una regolamentazione omogenea per questo settore”.

Presente all’evento anche Daniele Scalea Presidente del Centro Studi Machiavelli che ha spiegato: “53mila imprese e altri 50mila posti di lavoro sono i numeri prodotti dall’indotto del settore dei giochi pubblici. Tra il 2015 e il 2019 l’aumento della tassazione ha creato un importante effetto negativo per le aziende seguito poi dal periodo del Covid che ha provocato una importante espansione del gioco online e del gioco illegale.

L’online passa dal 33% al 56% sul totale del comparto negli ultimi anni. La tassazione ha visto una aumento del preu e un progressivo abbasamento del payout (9% in 6 anni) che ha portato molti giocatori a passare ad altri giochi più remunerativi.

Inoltre, sono stati ristretti i criteri per l’installazione degli apparecchi che oggi si contano in 160mila unità. Ma dobbiamo constatare che le politiche per allontanare i giocatori dal gioco non hanno funzionato visto che la spesa è aumentata. Il passaggio al gioco online e all’illegale non ha gli stessi impatti sul fronte fiscale ed occupazionale per questo riteniamo che la politica abbia fallito nel suo obiettivo”.

“La legge delega è molto articolata e dovrebbe realizzare un riordino d’insieme – ha puntualizzato Emmanuele Cangianelli (EGP FIPE) – ma se ci si occupa prima solo di alcuni verticali c’è il rischio di non risolvere dei problemi strutturali del settore e anzi renderli più complicati.

Come EGP rappresentiamo gli esercizi pubblici.  Nel comparto degli esercizi pubblici, bar e ristoranti, oltre 35mila offrono giochi. Nel settore specializzato siamo oltre 11mila punti vendita che racchiude oltre 70mila persone occupate. Analizzando i numeri del settore vedremmo che la spesa di gioco del 2022 più del 50% della spesa avviene nei punti generalisti, oltre il 30% nei punti specializzati e meno del 20% nel settore online. Percentuali ancora più distinte se si analizza la tassazione: il 58% della tassazione arriva dai punti generalisti, il 33% dalle sale specializzate e solo il 9% dall’online. Questi sono i pesi che il Governo deve considerare di fronte alla possibilità di riordinare il settore.

Occorre mantenere anche l’attrattività delle reti distributive fisiche per come concepite oggi che rappresentano la continuità del gettito ordinario e l’occasione, se valorizzate, di produrre un gettito straordinario. In questo quadro va mantenuta una offerta equilibrata tra le diverse verticali di gioco perché anche l’esplosione del gioco online per una componente non marginale si basa sulle transazione dei servizi di pagamento negli esercizi fisici, quindi è tutto correlato e scorporare dei pezzi può comportare dei rischi. Questa è anche l’opportunità per dare concretamente un ruolo agli esercenti, sia quelli generalisti che quelli specializzati, nelle attività di prevenzione delle dipendenze”.

“Quello che chiediamo come associazione – ha dichiarato il presidente di Sapar Domenico Distante – è solamente che le piccole e medie imprese del gioco pubblico vengano tutelate e possano restare in vita anche dopo il riordino a cui sta lavorando il Governo. Dobbiamo difendere il lavoro di persone e imprenditori che sono da oltre 50 anni sul mercato, non smetteremo mai di difenderci e dovrebbero vergognarsi coloro che avanzano proposte per togliere gli apparecchi dai locali generalisti, è una possibilità che non accetteremo mai perché significa togliere lavoro alle aziende che da anni sono sul mercato con professionalità e umiltà”.

“La lotta all’illegalità – ha detto Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio (Associazione concessionari di giochi pubblici), intervenendo al convegno – rappresenta una priorità per tutto il comparto del gioco pubblico. Le recenti vicende di cronaca, balzate all’attenzione di tutti perché hanno visto coinvolti alcuni personaggi famosi, dimostrano la presenza di un’offerta illegale del gioco sempre pronta a soddisfare una domanda che comunque esiste. La presenza dell’offerta pubblica di gioco sia sui territori che sul web, insieme a misure di repressione realizzate dalle Autorità regolatorie ed investigative, sono dunque l’unico vero argine contro l’illegalità”.

“Il presidio dei territori, così come del web, da parte dello Stato e dell’esercito dei suoi incaricati di pubblico servizio non deve arretrare. Se lo Stato arretra, si finisce per favorire l’illegalità. Se il territorio viene penalizzato, si finisce per favorire l’illegalità”, ha aggiunto Cardia.

“Per questo motivo, mentre si stanno discutendo i parametri e le leve della nuova legge di bilancio, è evidente che nell’assunzione dei provvedimenti, soprattutto se emergenziali per il reperimento delle risorse, occorra evitare penalizzazioni dirette o indirette alla rete generalista che finirebbero per favorire l’offerta illegale. Se la rete generalista del territorio viene ulteriormente ridotta, compressa, tassata, si fa un favore alle mafie”, ha concluso.

 

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