24 Novembre 2024 - 18:55

Agnello (Avv. UniqGroup): “La normativa italiana nel bando Monti ha violato il principio di parità di trattamento”

“Si auspica che la Corte, in virtù dei doverosi e puntuali chiarimenti forniti dalla difesa  dichiari che la normativa italiana, non ha rispettato, l’obbligo di trasparenza, quale corollario del principio

14 Aprile 2016

“Si auspica che la Corte, in virtù dei doverosi e puntuali chiarimenti forniti dalla difesa  dichiari che la normativa italiana, non ha rispettato, l’obbligo di trasparenza, quale corollario del principio di parità di trattamento, né ha previsto alcuna alternativa alle doppie referenze bancarie nel caso di giustificati motivi, determinando l’esclusione dalla gara della UniqGroup”.

Torna sull’argomento, l’avvocato Daniela Agnello legale della UniqGroup, dopo l’udienza che si è tenuta ieri in Corte di Giustizia europea che era chiamata ad esaminare la rilevanza dei requisiti posti nel bando Monti di capacità economico-finanziaria dell’aziende che richiedevano una concessione per la raccolta dei giochi.

 

“La Corte di Giustizia – tiene a precisare l’avvocato Agnello – ha mostrato particolare interesse alle osservazioni orali della difesa di UniqGroup nella parte in cui la stessa ha chiarito e dimostrato che lo strumento delle doppie referenze bancarie non è conforme ai principi del Trattato e disattende la giurisprudenza della Corte.

La difesa, sollecitata da specifiche domande del relatore, ha precisato che la UniqGroup ha impugnato il Bando Monti in sede amministrativa ed il Consiglio di Stato ha sospeso il procedimento “in attesa che si pronunzi sulle predette questioni pregiudiziali la Corte di Giustizia”.

Inoltre, su specifica domanda dell’Avv. Generale, l’avv. Agnello ha precisato che il bando Monti ha attribuito un potere illimitato all’Amministrazione nella valutazione delle referenze e tale potere viola il principio di trasparenza.

Ed ancora sul commento formulato dall’Avvocatura in ordine all’intervento della Commissione Ue, si aggiunge che al di là delle osservazioni scritte, la Commissione in udienza ha ulteriormente ribadito che “è incontestabile la restrittività della normativa nazionale”.

PressGiochi

 

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