Agcai: “Serve più comunicazione per far sapere che il governo vuole mandare a casa 5000 aziende di gestione”

“L’iniziativa partita dal C.N.I., sposata subito da AGCAI e comunicata a Sapar ha trovato subito la nostra massima disponibilità. Scusate se ci siamo permessi di pensare per un solo attimo che Sapar potesse appoggiare questa iniziativa, ci siamo dimenticati che Sapar da sempre è restia, per non dire assente, nel campo della comunicazione”.

Agcai in una nota diffusa questo pomeriggio risponde alla comunicazione dell’Associazione nazionale Sapar che ha preso le distanze dalla notizia relativa d una ‘Campagna di Comunicazione’ promossa da CNI, AGCAI e SAPAR.

“La mancanza di comunicazione è come sostenere il Governo,- affermani da AGCAI – che invece di comunicazione ne fa molta, e quindi è come se si appoggiasse il Governo, lasciando a loro, comunicativamente parlando, la strada libera. Abbiamo pensato sbagliando che, stando con noi, Sapar avesse cambiato modo di pensare e si fosse schierata per la prima volta a sostegno delle esigenze dei gestori con una grossa campagna di comunicazione che mettesse in difficoltà le scelte del Governo.

Il passo indietro di Sapar sulle iniziative portate avanti dalle altre sigle associative, indipendentemente se il modo di informarli sia stato corretto o meno, sottolinea il fatto che per la Sapar meno si parla dei problemi dei gestori e meglio è.

La campagna che stiamo portando avanti – e per la quale l’associazione Agcai chiede il sostegno dei gestori – prevede la realizzazione di uno speciale Tg5 dedicato al settore, servizi su Tg5 e Sky-Tg24, stampa on line e un numero imprecisato di giornali (dipende dai fondi raggiunti) affinché l’opinione pubblica sappia che il governo vuole mandare a casa 5000 aziende con 200.000 dipendenti, che da due anni a questa parte le sta tartassando con l’aumento continuo del Preu , affinché escano automaticamente dal mercato e lo lascino in mano a poche multinazionali.

Ci auguriamo – conclude Agcai – che la Sapar si renda conto che questo suo dissociarsi è contro produttivo per il settore e che quindi torni a sostenerla”.

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