Continua l’attività di contrasto al GAP (gioco di azzardo patologico) nei locali della Casa di Accoglienza “S. Maria Goretti”, della Diocesi di Andria. Lo sportello psico-sociale “Vinco Io”, della comunità
Continua l’attività di contrasto al GAP (gioco di azzardo patologico) nei locali della Casa di Accoglienza “S. Maria Goretti”, della Diocesi di Andria.
Lo sportello psico-sociale “Vinco Io”, della comunità Migrantesliberi, dal 2017 ha preso in carica 222 utenti, operando sul territorio nelle attività di contrasto alle dipendenze patologiche da gioco d’azzardo e internet addiction.
«Dai numerosi ascolti con le famiglie e le persone affette da dipendenza dal gioco d’azzardo si riscontrano alti livelli di comorbilità (la coesistenza di più patologie): spesso il gioco d’azzardo è abbinato all’utilizzo di sostanza: alcool, droga -commenta la psicologa e psicoterapeuta Liliana D’avanzo-. Nonostante quasi tutti abbiano consapevolezza delle conseguenze negative che il Gap riversa sui rapporti familiari, lavorativi e nelle reti amicali, il bisogno di giocare sempre più denaro prende il sopravvento. Il giocatore patologico è ammaliato dal raggiungimento dello stato di eccitazione; una situazione che solo apparentemente ritiene di poter controllare. Ripetuti sono gli sforzi che il “giocatore tipo” attua per controllare, ridurre o interrompere la sua irrefrenabile voglia di giocare; irrequietezza e irritabilità sono le conseguenze inevitabili sullo stesso quando questi cerca di ridurre o fermare il gioco (astinenza)».
«Gli utenti con evidenti tratti patologici svolgono un percorso terapeutico complesso multidimensionale che, a seconda dei casi, si concretizza in un trattamento psicoterapeutico individuale; trattamento della coppia e della famiglia. L’obiettivo della terapia -continua la dott.ssa D’Avanzo- non è la guarigione dalla dipendenza, ma la sospensione del comportamento patologico e, successivamente, il raggiungimento di una condizione di “sobrietà”, vale a dire un mutamento dello stile di vita che permetta di riportare la persona ad un rapporto più razionale con la realtà e ad una riappropriazione della propria emotività evitando, così, le possibili ricadute».
«Le cause del gioco d’azzardo sono strettamente legate alle storie personali di quanti chiedono di intraprendere un percorso di vera guarigione -commenta don Geremia Acri, responsabile di Casa Acc. “S.M. Goretti”- Sono drammi legati a contesti familiari che hanno bisogno di essere curati; contesti lavorativi “inquinati”, non sani, che causano conseguenze negative a cascata. Ecco perché è fondamentale, nel lavoro di equipe, il sostegno dei familiari, degli amici e di coloro che possono supportare adeguatamente, nella quotidianità e con costanza, gli individui che prendono consapevolezza del disagio e vogliono affrontarlo per riafferrare il controllo della propria vita».
Sono in maggioranza uomini a chiedere aiuto allo sportello di contrasto al GAP di Casa Accoglienza “S.M. Goretti”, in via Quarti, 11, che tutt’oggi costituiscono la maggioranza dei giocatori e dei ludopatici. Dall’inizio dell’anno però, diverse sono le donne, che sempre più spesso restano vittime del gioco. Come riporta andrialive.it, molti utenti sono vittime del gioco d’azzardo on line che, dall’inizio della pandemia ad oggi, si sta rivelando con tutta la sua enorme portata. In tanti hanno infatti diminuito o interrotto completamente le giocate fisiche, concentrandosi completamente su quelle in rete e finendo anche per aumentare considerevolmente le puntate, data l’immediatezza degli esiti delle giocate e di una pubblicità occulta sempre più ingombrante.