Tra le tante proteste conto l’accordo tra la nazionale italiana e Intralot molto dure le parole dell’Azione Cattolica Italiana che ha espresso “il suo forte disappunto per la inopportuna decisione della Federazione Italiana
Tra le tante proteste conto l’accordo tra la nazionale italiana e Intralot molto dure le parole dell’Azione Cattolica Italiana che ha espresso “il suo forte disappunto per la inopportuna decisione della Federazione Italiana Gioco Calcio (Fgci) di sottoscrivere un accordo di sponsorizzazione con la multinazionale delle scommesse on-line”.
“Paiono oltremodo insufficienti le rassicurazioni della stessa Figc che intenderebbe evitare la presenza dello sponsor dell’azzardo sulle maglie o associato alle immagini dei giocatori- ha continuato la presidenza l’Agesc questo contratto andava evitato. Collegare in qual si voglia maniera l’azzardo al mondo dello sport, il calcio in questo caso – la disciplina sportiva più amata e praticata nel nostro paese – espone ancora di più i giovani e i meno giovani a un pericoloso inganno che già inquina ampiamente la nostra cultura e le nostre relazioni. Un inganno che illude il giocatore di poter dominare la sorte; distorce la radice del nostro paese, che è costituzionalmente fondato sul lavoro e non sull’idea che il denaro si vinca con un colpo di fortuna; nei fatti, una fabbrica di povertà che toglie denaro all’economia reale”.
“Compito dello sport – proseguono – è essere pienamente se stesso: tempo e spazio educativo, occasione di divertimento e di crescita umana e civile, scuola di socialità, di vita, di lealtà, di sacrificio. Una federazione sportiva che per denaro decide di promuovere l’azzardo tradisce se stessa e inganna tutti coloro che quella tal disciplina seguono, amano, praticano. La scelta della dirigenza nazionale della Figc di sponsorizzare il gioco d’azzardo – perché questo di fatto è – la rende complice e promotrice di un fenomeno, l’azzardo, che mette in gioco direttamente la sopravvivenza delle famiglie, soprattutto in un tempo di crisi economica e di depauperamento etico qual è quello che viviamo”.
“Una scelta – continuano – quella della Figc che trova terreno fertile (come più volte abbiamo denunciato, anche attraverso campagne come ‘SlotMob’ e ‘Mettiamoci in gioco’ e la ‘Carta dei valori contro l’azzardo’) in uno Stato italiano che si dice a parole contro l’azzardo, che produce nel merito normative e regolamenti quantomeno contraddittori, ma che nei fatti preferisce continuare lucrare sul gioco d’azzardo per fare cassa, senza pensare alle conseguenze gravissime di questa sua scelta. L’azione cattolica ribadisce l’intenzione a continuare la sua opera di denuncia dell’azzardo e di sensibilizzazione sul male che l’azzardo fa alla vita delle persone e delle famiglie, dando come sempre sostanza all’impegno educativo che rimane la sua cifra distintiva. Certa di non essere sola ma in compagnia di tante realtà della società civile, ecclesiali e non, che hanno a cuore il futuro del nostro paese e delle persone che lo abitano”.
“La scelta di Intralot come sponsor della Nazionale di calcio è paradossale – afferma il presidente nazionale Agesc Roberto Gontero – Da sempre la nazionale di calcio rappresenta valori positivi ed è amata e seguita dai nostri ragazzi (un milione nella scuola cattolica). Sarebbe oltremodo disdicevole veder giocare i big del calcio sotto la bandiera di una multinazionale del gioco d’azzardo, proprio adesso che il Governo ha assunto disposizioni limitative rispetto alla pubblicità”.
“E’ chiaro – continua – che questa ‘rimonta’ corrisponde ad un bel piattino servito proprio al Governo, che limitando la pubblicità comincia finalmente ad affrontare i problemi ingenerati dalla ludopatia: isolamento e rovina economica delle famiglie. Per la responsabilità educativa che abbiamo, e proprio per le famiglie, sempre più provate da questa piaga, se la Figc non farà un passo indietro, Agesc chiederà a tutti i propri soci di togliere i figli dalle squadre giovanili di calcio e di rinunciare ad acquistare biglietti ed abbonamenti per le partite, compresi quelli per le Pay TV. E’ impensabile dire ai giovani che il gioco d’azzardo è una piaga quando i loro idoli sportivi vanno in TV a dire il contrario negli spot”.
PressGiochi