Come fa notare Remigio Del Grosso, Vice Presidente Comitato Media e Minori (MiSE) e Vice Presidente Consiglio Nazionale degli Utenti – AGCOM, in relazione alle polemiche sull’accordo FIGC-Intralot, sulla pagina ufficiale
Come fa notare Remigio Del Grosso, Vice Presidente Comitato Media e Minori (MiSE) e Vice Presidente Consiglio Nazionale degli Utenti – AGCOM, in relazione alle polemiche sull’accordo FIGC-Intralot, sulla pagina ufficiale della FA Cup inglese c’è un’intera sezione all’interno della sezione Rules&Governance dove, oltre alle regole di base e ad altre notizie utili, viene dato moltissimo spazio all’informazione in particolare per la prevenzione contro il match fixing, ma anche una pagina che offre contatti utili contro la “gambling addiction”.
Un insegnamento di civiltà “all’inglese” questo, preso ad esempio da Del Grosso, come alternativo alla “Vergogna Nazionale” delle sponsorizzazioni sul gioco a cui farebbe da contraltare la FA inglese che dà consigli contro il gioco d’azzardo senza betting sponsor.
Quello che però probabilmente non viene notato dall’illustre osservatore è che nella home page dello stesso sito, proprio quello della classicissima coppa, tra gli sponsor figura proprio Ladbrokes, una notissima sigla del gioco e delle scommesse britannica. Ovviamente non si tratta del “main sponsor”, ruolo ricoperto da Emirates, quindi l’impatto in termini di “visibilità sociale” è certamente diverso e non abbiamo la soluzione su cosa sia giusto, o sbagliato per una maglia così importante.
Sicuramente servirebbe un maggior buon senso nelle scelte e forse “l’insegnamento inglese” sta proprio in questo, in quanto è assolutamente necessaria una politica di informazione contro la ludopatia e il match fixing (in Italia certamente in quanto a partite truccate storicamente non siamo secondi a nessuno) anche da parte delle società che gestiscono lo sport, mentre è stata eccessiva la controffensiva che si è lanciata contro lo “scandalo” Intralot-Figc.
Opinabile è la “moralità” di ogni marchio (non è detto che una casa automobilistica ad esempio, o una marca di hamburger, o una qualsiasi industria multimiliardaria siano più “morali” di una casa da gioco), sicuramente sono stati ridicoli i termini di questa ennesima strumentalizzazione da parte di alcuni politici. Se poi si decide di non accettare un marchio di scommesse come sponsor della nostra nazionale di calcio per qualcosa di “ineccepibilmente” morale e fare della Maglia Azzurra un fulgido e luminoso esempio per i bambini italiani, ben venga! Escludiamola da ogni logica di mercato e mandiamo Buffon e compagni in trasferta in Spagna a dormire in un convento.
Oltre il facile sarcasmo, la questione è più semplice. La FA Cup ha accettato un bookmaker come sponsor e ha anche una pagina dedicata all’informazione contro il match fixing e la ludopatia. Cinismo british, o cultura del gioco? A ciascuno la propria opinione, ma spesso “in medio stat virtus”.
PressGiochi