“La giunta regionale ha nominato, in sostituzione dell’amministratore unico Luca Frigerio, rimasto in carica per sette anni, i nuovi vertici della Casa da gioco di Saint Vincent. Una decisione
“La giunta regionale ha nominato, in sostituzione dell’amministratore unico Luca Frigerio, rimasto in carica per sette anni, i nuovi vertici della Casa da gioco di Saint Vincent.
Una decisione nell’aria da tempo che ha condizionato per un lungo periodo la politica regionale. La disputa, spesso per ragioni non sempre di merito, ma legate allo scontro politico tra maggioranza e opposizione, ha portato dopo il rimpasto della Giunta, alla nomina dei nuovi vertici del Casinò. La nostra organizzazione, spesso in solitudine, ha denunciato pubblicamente già dal 2011 il costante peggioramento della situazione aziendale, mettendo in evidenza il fallimento dei piani industriali più volte rimaneggiati a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi di crescita e sviluppo.
Tutto questo nonostante i cento milioni di investimenti pubblici per l’ampliamento e l’ammodernamento del Casinò e del Grand Hotel Billia, oltre alla varie ricapitalizzazioni che hanno iniettato liquidità all’azienda. Siamo stati quelli che, in trasparenza e autonomia, hanno chiesto le dimissioni dell’Amministratore unico, consapevoli che servisse una discontinuità nella gestione aziendale, diventata di una gravità tale da dover procedere in pochi anni a pesanti riduzioni di personale attraverso la messa in mobilità di numerosi lavoratori. Gli scenari che avevamo paventato, oggi, sono purtroppo sotto gli occhi di tutti.
Drastica diminuzione della clientela, degli introiti, del fatturato e bilanci in perdita, sono una drammatica realtà con la quale facciamo i conti e che tutta la comunità valdostana paga pesantemente. Con la presentazione del bilancio consuntivo 2014, abbiamo la triste conferma che non vi è un segnale di cambiamento in positivo. Una delle più grandi aziende della regione continua la sua discesa verso il punto di non ritorno, nonostante nel corso degli ultimi anni siano stati sottoscritti dalle organizzazioni sindacali accordi che hanno prodotto una costante diminuzione del costo del lavoro e, in particolare, per il 2014 il taglio degli stipendi di circa sei milioni di euro.
A fronte di queste misure di forte contenimento del costo del lavoro, non si è avuto un altrettanto riscontro positivo in termini di crescita. Il sindacato con i lavoratori ha fatto fino in fondo la sua parte, assumendosi forti responsabilità e scommettendo per un riscatto aziendale. Riscatto e rinascita di cui purtroppo oggi non vi è traccia e i 18 milioni di perdita d’esercizio 2014 sono lì a testimoniarlo.
Certo la crisi economica generale e altri fattori come la proliferazione del gioco d’azzardo e la restrizione dell’utilizzo del contante, hanno sicuramente pesato negativamente sui risultati di questi anni. Non possiamo, però, dimenticare quali e quanti siano stati gli errori propri di un gruppo dirigente spesso condizionato pesantemente anche dalla politica. Non è neppure accettabile la tesi di coloro che ritengono la crisi del Casinò un fatto ineluttabile. Ci sono, al contrario, precise e pesanti responsabilità a tutti i livelli, gravi errori gestionali e di strategia, ottimistiche, quanto propagandistiche, previsioni di rilancio mai concretizzatesi. Ultimo atto di un’azienda incapace di trovare soluzioni diverse dalle facili quanto ripetute manovre di taglio del costo del lavoro, è stata la disdetta di accordi aziendali e parti del contratto di lavoro. La nomina dei nuovi dirigenti avviene, quindi, in una fase estremamente delicata e complessa della vita aziendale.
Ci troviamo di fronte da un lato ad un primo semestre 2015 ancora col segno negativo e dall’altro con una trattativa sindacale tutta in salita e condizionata dai tempi della disdetta contrattuale. Non esprimiamo al momento un giudizio sui nuovi vertici appena nominati, vogliamo pensare che queste scelte siano state fatte nell’intento di rilanciare un’azienda che ha forti potenzialità e nell’interesse primario della collettività.
Spetta adesso a loro assumersi la responsabilità di proporre soluzioni, interrogandosi con onestà intellettuale sul perché delle criticità che da troppo tempo affliggono il Casinò. In un mercato particolare, gravato dalla crisi generale come tutte le aziende, occorre individuare risposte adeguate che non siano la semplice riduzione del costo del lavoro, abbandonando le facili scorciatoie percorse nel recente passato e dimostrando di saper mettere in campo idee e strategie per un vero risanamento e rilancio del Casinò di Saint Vincent.
Non è più accettabile una soluzione che non veda al tavolo di confronto proposte che siano qualcosa di diverso dai tagli al costo del personale. Questa continua ossessione, derivante a nostro avviso dalla mancanza di idee e progettualità o di non saper immaginare un futuro per l’azienda, non può passare attraverso la cinica scelta di ridurre il numero dei lavoratori al solo scopo di ridimensionare la quantità dell’offerta, facendo diventare il Casinò di oggi un qualcosa di complementare e accessorio al settore alberghiero che non gode, peraltro, affatto di ottima salute”.
PressGiochi
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