Tutto fermo sulla riforma dei giochi e sulla proroga della concessioni. Il dossier è arenato e al ministero dell’Economia si cerca di trovare una soluzione. Il testo, secondo quanto risulta
Tutto fermo sulla riforma dei giochi e sulla proroga della concessioni. Il dossier è arenato e al ministero dell’Economia si cerca di trovare una soluzione.
Il testo, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, è oggetto di continue riscritture, dopo le prime ipotesi di proroga pluriennale, funzionale a un riordino generale del sistema, capace di contemplare un nuovo modello distributivo dei giochi, regolare i rapporti con le autonomie locali e inasprire le sanzioni contro il gioco illegale, prevedendo anche nuovi poteri di controllo. A impedire finora di giungere a un punto di caduta è il nodo risorse, stimate in circa 900 milioni. La volontà del ministero, finora, è stata di optare per una proroga onerosa. Una tale soluzione si scontra tuttavia con i timori dei concessionari e degli operatori. Il settore è stato infatti tra i più colpiti dalle limitazioni e delle chiusure per arginare i contagi dal Sars-Cov2. Manca inoltre, al momento, un tavolo di confronto per arrivare a scelte condivise. Il timore che serpeggia tra gli operatori è quindi che il settore possa bloccarsi, con danni che a cascata potrebbero riversarsi sull’erario. In questo caso non si tratterebbe soltanto del mancato incasso dei 900 milioni. Basti pensare che nei primi 10 mesi dell’anno, secondo gli ultimi dati diffusi lunedì dal dipartimento delle Finanze, le entrate relative ai «giochi» ammontano a 9,3 miliardi, oltre un miliardo più del 2020. A ciò si uniscono le richieste dei lavoratori. «Nel rinnovo delle concessioni giochi sarà fondamentale tenere conto delle chiusure in pandemia» sottolinea la Uilm.
PressGiochi
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