Gioco d’azzardo transfrontaliero illegale e riciclaggio di denaro. Dopo più di due anni di indagini, con queste accuse il “boss del tavolo verde” di Macao Alvin Chau è finito in
Gioco d’azzardo transfrontaliero illegale e riciclaggio di denaro. Dopo più di due anni di indagini, con queste accuse il “boss del tavolo verde” di Macao Alvin Chau è finito in manette, assieme ad altri otto uomini e due donne. Chau è il fondatore della Suncity, “agenzia” che procaccia all’ex colonia portoghese facoltosi giocatori dalla Cina continentale: Macao è infatti il solo fazzoletto di terra di tutto il Dragone dove è legale sedersi al casinò.
Sabato, – riporta LaRepubblica.it – le autorità di Wenzhou, nella provincia dello Zhejiang, hanno spiccato un mandato d’arresto nei confronti dell’imprenditore accusato di essere a capo di un vero e proprio cartello di cui farebbero parte quasi 200 persone, che poteva contare su una rete di 12mila “agenti” incaricati di promuovere il gioco d’azzardo e una clientela di 80mila scommettitori in Cina. L’arresto di Chau ha creato il panico in Borsa, con le azioni delle più importanti case da gioco che hanno segnato pesanti segni meno: la Mgm China ha perso il 10%, la Wynn Macau il 7,8% e la Sands China il 5,3%.
La Suncity di Chau è una di quelle agenzie – che spesso operano in un’area grigia ma legale – che in gergo tecnico si chiamano junket. E funzionano così. Sono una specie di facilitatori, incaricati di andare a pescare giocatori con una certa disponibilità e portarli – offrendo loro tutta una serie di benefit, dai viaggi gratuiti ai soggiorni, alle cene nei migliori ristoranti – nelle sale Vip dei casinò, dove si puntano i soldi veri. In cambio di un certo numero di fiches scambiate ai tavoli ogni mese, le case da gioco garantiscono ai junket una commissione. I junket fanno credito ai giocatori (per ovviare al limite che i cinesi possono cambiare in valuta estera, 50mila dollari all’anno) e sono poi responsabili di riscuotere gli eventuali debiti. Sostanzialmente guadagnano dalle perdite di chi si siede al tavolo a puntare. Meglio dunque andare a pescare dei “polli” piuttosto che degli “squali”.
PressGiochi
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