24 Novembre 2024 - 18:21

Endrizzi (M5S): “Nella gestione del gioco si è creato un cortocircuito, bene riordino, ma riducendo domande e offerta”

Sul gioco non possiamo piegare il giudizio morale ad un calcolo di tipo erariale. L’Agenzia ha un mandato, un ruolo tecnico e non politico. Ma la prima contraddizione sta nel

19 Novembre 2021

Sul gioco non possiamo piegare il giudizio morale ad un calcolo di tipo erariale. L’Agenzia ha un mandato, un ruolo tecnico e non politico. Ma la prima contraddizione sta nel fatto di aver assegnato ai Monopoli il mandato di espandere il gioco”.

Così Giovanni Endrizzi del M5S, Vicepresidente della Commissione di inchiesta parlamentare sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico in occasione della presentazione del progetto ‘Se questo è un gioco’ presso la Regione Lazio.

Dobbiamo capire perché la domanda di gioco è anelastica. La correlazione con i fenomeni dipendenza va presa in considerazione, basta consideralo un comportamento normalizzabile.

Nel decreto dignità sono state fatte due operazioni che non andavano fatte: primo usare la maggior tassazione al gioco per finanziare il reddito di cittadinanza. Ho ricevuto tanti insulti perché dico questa cosa.

Se continuiamo a finanziare interventi virtuosi con entrate di questo tipo facciamo uno sbaglio perché facciamo una implicita promozione del settore come quando avveniva quando il lotto finanziava musei, mostre e beni culturali. Queste entrate devono finire nella fiscalità generale, altrimenti si crea un danno perché si imbriglia lo Stato a questi fondi. Così accadrebbe nel caso in cui si coinvolgessero gli enti locali alle entrare dai giochi. Così si condizionerebbe la libertà di comuni e regioni di adottare scelte libere a tutela dei cittadini.

Oggi ci troviamo con un cortocircuito anche sul piano legislativo. La pandemia ci ha mostrato che non avevamo bisogno di quel gettito per sopravvivere. Le entrate sono ridotte ma siamo sopravvissuti.

Sulle proposte, abbiamo la necessità di separare le mafie dal settore legale, settore che svolge una funzione di interesse pubblico. Non criminalizzo il settore che deve essere alleato.

Non condivido il nome dell’app ‘gioco sicuro’, sarebbe come scrivere sulle sigarette ‘tabacco sicuro’. Lo Stato deve recuperare la sua funzione di riserva statale per governare anche le conseguenze del gioco. Se il concessionario condivide gli obiettivi dello Stato che definisce l’offerta allora si raggiunge un’utile convergenza. Ma finché il privato mira ad implementare il suo business in maniera autonoma dagli interessi statali allora si realizza un cortocircuito.

La legge di riforma la chiedono tutti. Dobbiamo fare in modo che rappresenti un equilibrio tra le esigenze di tutte le parti coinvolte: agire sulla domanda, adottare campagne di informazione corrette e pulite, ridurre anche l’offerta ritenuta dagli stessi operatori come ridondante” conclude Endrizzi.

PressGiochi

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