“Dobbiamo lavorare per creare una governance del settore del gioco pubblico che contrasti il gioco illegale. La domanda di gioco è anelastica e questo mostra come anche se il gioco
“Dobbiamo lavorare per creare una governance del settore del gioco pubblico che contrasti il gioco illegale. La domanda di gioco è anelastica e questo mostra come anche se il gioco non viene regolato gli italiani continuano a giocare nei canali non regolati”.
Lo ha dichiarato il direttore dell’Agenzia accise, dogane e monopoli, in audizione presso la Commissione di inchiesta sul gioco in Senato che ha presentato la proposta di ADM per un riordino del settore del gioco.
“C’è una parte consapevole di chi svolge questa attività a partecipare al gioco illegale ma spesso è conseguente all’attività di questi soggetti di vestire legalmente l’attività illegale.
L’Agenzia ha attivato il Copregi nel 2020 e con le forze di polizia abbiamo riattivato con un protocollo questo strumento che ci ha permesso in piena pandemia di chiudere quasi 200 sale, a riprova che durante il lockdown l’illegale continuava ad operare. L’attività del Copregi prosegue ancora oggi.
Sul fronte della riforma vogliamo riportare la regolamentazione ad un modello di autorità. L’Agenzia subisce dei limiti nella sua attività.
Oggi l’80% dei punti gioco non potrebbe riessere concesso a gara. Gare non realizzabili a causa della stratificazione normativa locale e nazionale che impedisce l’attività. Questo porta ad un incredibile contenzioso amministrativo perché poi le concessioni decadono e i nostri provvedimenti vengono impugnati dai concessionari nei tribunali in cause che vedono soccombere l’agenzia. E non perché l’agenzia non sappia difendere le proprie prerogative ma perché ci sono delle questioni di legge irrisolte e degli inadempimenti delle amministrazioni dello Stato, tali per cui il gioco prosegue secondo quelle che sono delle contrattualiatiche e delle operatività che risiedono su accordi normativi che richiedono di volta in volta interventi su misura. Così si prosegue l’attività con continue proroghe.
L’industria porta tante risorse all’Erario, ma abbiamo la sensazione che quelle illegali siano altrettante. Questo è il problema fondamentale.
L’esigenza di un testo unico sui giochi è legato al fatto che la normativa è troppo stratificata, sia a livello di disciplina nazionale che riceve continuerettifiche in occasione di provvedimenti generali come la legge di Bilancio o altre. Nei vari provvedimenti si mettono delle toppe ad un tessuto che ormai è veramente rovinato. Vorremmo far partecipare regioni e comuni al gettito erariale nella speranza che si potrebbe gestire insieme la lotta alla illegalità e alla ludopatia.
Gli ippodromi potrebbero essere usati per ridistribuire l’offerta, come punto chiave per meglio governare il settore.
Ci sono poi una serie di proposte normative che abbiamo segnalato. La creazione di un Albo per gli operatori di gioco pubblico. Oggi c’è il Ries che è un obolo da pagare per gli operatori e non uno strumento di vigilanza informativa come un albo come quello che proponiamo oggi.
Va rivisto l’accesso al gioco. Nell’online abbiamo la perfetta conoscenza dei giocatori. La soluzione dell’uso della tessera sanitaria per giocare alle vlt è insufficiente. Sono per la vigilanza proattiva.
Poi pensiamo al tema del gioco pubblico per i residente esteri. Un intervento per il blocco dei conti.
Abbiamo lanciato ieri l’app Gioco sicuro per permettere il controllo dei punti di gioco legale ma con il whistleblowing il cittadino oltre a controllare una sala potrebbe anche segnalarla, se illegale”.
PressGiochi
L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
28
|
1
|
2
|
3
|
|||
4
|
7
|
8
|
9
|
10
|
||
15
|
16
|
17
|
||||
18
|
19
|
20
|
21
|
22
|
23
|
|
30
|
1
|