24 Novembre 2024 - 00:21

Tar Brescia. A Treviglio non c’è un’emergenza sanitaria per il Gap, non si possono danneggiare i gestori su dati ipotetici”

Non vi è nel Comune di Treviglio un’emergenza sanitaria, visto l’esiguo numero di residenti in cura presso i Servizi per le Dipendenze per problemi legati al gioco d’azzardo patologico (0,072%

06 Ottobre 2021

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Non vi è nel Comune di Treviglio un’emergenza sanitaria, visto l’esiguo numero di residenti in cura presso i Servizi per le Dipendenze per problemi legati al gioco d’azzardo patologico (0,072% della popolazione adulta).

Con questa motivazione il Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia sezione staccata di Brescia ha accolto il ricorso di una sala Vlt contro il regolamento sul gioco e i limiti orari imposti nel comune di Treviglio.

La decisione segue un’altra sentenza emessa dallo stesso Tar per il comune di Fara Gera d’Adda alcuni giorni fa.

Il Comune di Treviglio, nel marzo 2019, ha approvato il regolamento per il contrasto al fenomeno del gioco d’azzardo patologico diretto a dettare limitazioni per tutte le attività di gioco lecito che prevedono vincite in denaro siano essi pubblici esercizi o sale da gioco, sale scommesse o ambienti dedicati al gioco.

L’ordinanza relativa ai limiti orari, era stata successivamente modificata per adeguarsi alle indicazioni della circolare della Prefettura di Bergamo che suggeriva di contenere le fasce di interruzione entro il limite di 6 ore fissato dalla Conferenza Unificata Governo, Regioni ed Enti locali nell’intesa del 7 settembre 2017 e quindi fissava l’interruzione alle fasce orarie 7.30-9.30, 12.30-14.30, 23.00-01.00.

 

Tuttavia il Tar oggi è tornato a ribadire che: “In astratto, la decisione di limitare gli orari di alcuni giochi e non di altri non è irragionevole… ma la riduzione degli orari di gioco non deve mai spingersi fino al punto da cancellare il valore economico della concessione. E’ comunque necessario trovare un equilibrio che massimizzi l’interesse pubblico riducendo al minimo le perdite per i privati, e di conseguenza per le finanze pubbliche. Anche in presenza di una situazione di ludopatia diffusa e documentata, quindi, gli interventi limitativi devono calcolare le conseguenze negative sul fatturato dei concessionari. Per questa ragione, sono in ogni caso da preferire misure incentivanti, o accompagnate da compensazioni, come suggerisce anche l’art. 5 della LR 8/2013.

Nello specifico, non vi è nel Comune di Treviglio un’emergenza sanitaria, visto l’esiguo numero di residenti in cura presso i Servizi per le Dipendenze per problemi legati al gioco d’azzardo patologico (0,072% della popolazione adulta). È vero che secondo una stima vi sarebbero 747 giocatori problematici, ma la definizione di giocatore problematico utilizzata nell’ordinanza impugnata (“Viene definito tale un giocatore con un comportamento di gioco che crea conseguenze negative per sé, per le persone a lui vicine [rete sociale] o per la comunità, e può aver perso il controllo del suo comportamento [punteggio 8+ sul PGSI – Problem Gambling Severity Index]”) descrive con un unico parametro una condizione che normalmente è complicata da altri fattori individuali, e dunque richiederebbe un’analisi caso per caso. Inoltre, trattandosi di un numero stimato, la consistenza del fenomeno è solo ipotetica. Il dato è quindi utile per impostare politiche di sensibilizzazione rivolte ad alcuni segmenti della popolazione, ma troppo disomogeneo e impreciso per costituire il fondamento di misure limitative del gioco, che hanno un sicuro e immediato effetto negativo sull’attività economica dei gestori”.

 

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