Si sta tenendo questa mattina a Roma il convegno sul gioco legale organizzato dall’Istituto Milton Friedman, con la partecipazione dell’Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici (EGP-Fipe), del Sindacato Totoricevitori Sportivi e
Si sta tenendo questa mattina a Roma il convegno sul gioco legale organizzato dall’Istituto Milton Friedman, con la partecipazione dell’Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici (EGP-Fipe), del Sindacato Totoricevitori Sportivi e della Federazione Italiana Tabaccai.
Ad aprire i lavori Dario Peirone, Direttore generale dell’Istituto Friedman che ha esordito: “Vogliamo oggi proporre delle soluzioni visto che nessuno l’ha fatto fino ad ora. In Italia non ci si rende conto dell’importanza di determinati settori e i settori che creano ancora servizi e occupazione non vengono compresi e valorizzati correttamente come accade per il settore giochi che viene sfruttato ma non considerato come un importante settore produttivo dell’economia. Il settore del gioco legale può dare tantissimo al sistema economico, in termini di gettito, di lavoro.
Stiamo parlando di imprese che vogliono agire e innovare un settore di grande importanza per l’economia. In altri Paesi l’approccio è diverso, pensiamo all’Inghilterra dove il gioco viene preso da esempio nelle scuole per sviluppare sistemi di resilienza. Questo è il modo corretto di approcciarsi al settore.
La formazione è un punto fondamentale. In Piemonte la battaglia è stata difficile per la distorsione dei dati che venivano comunicati. Una normativa complessa per il settore contro la quale dobbiamo ringraziare alcuni esponenti della politica che hanno lottato per nuove norme. La campagna mediatica contraria ad una modifica alla legge è stata eccezionale.
Pensiamo che il settore da solo paga il reddito di cittadinanza. Oggi qualcuno festeggia: i delinquenti e i paradisi fiscali oltre al mondo online non controllato. Il gioco online è cresciuto e credo ora sia importante fornire delle proposte. L’istituto è vicino al settore in questa battaglia di libertà economica.
– uniformare la normativa a livello nazionale perché le diverse regolamentazioni regionali vanno a ledere la libera concorrenza;
– aggiornare la normativa con l’evoluzione del mercato perché le tecnologie evolvono rapidamente – le regole emanate in fase di bando di gara diventano velocemente obsolete considerata la durata delle concessioni;
– superamento dell’effetto espulsivo determinato dal distanziometro, uno strumento che ha dimostrato la propria inefficacia che andrebbe abbandonato o adottato in maniera uniforme in tutta Italia e calcolato sul percorso pedonale;
– introduzione di un elencazione ragionevole di luoghi sensibili uniforme a livello nazionale;
– regolamentazione uniforme degli orari di funzionamento degli apparecchi;
– contrasto all’illegalità;
– creazione di una task force per il contrasto del gioco in rete;
– rigido controllo dell’età dei giocatori;
– eliminazione della tessera sanitaria per giocare alle slot machine / VLT;
– registro informatico degli esclusi per l’autoesclusione dei soggetti compulsivi;
– lotta al gioco d’azzardo patologico.
In seguito, è intervenuto Giovanni Risso, Presidente di FIT, che ha dichiarato: “Da molti anni si parla di una tutela per le attività di gioco d’azzardo, parliamo di circa 50mila imprese che contribuiscono al mantenimento della legalità sul territorio. La situazione dell’ultimo anno ha creato confusione e incongruenze nel settore e per tutelare la salute dei giocatori c’è bisogno di una visione totale con regole che li tutelino e tutelino anche le imprese, così da evitare il ritorno all’illegalità”.
Anche Giorgio Pastorino, Presidente di STS-FIT, ha parlato del tema del riordino, affermando: “Come sappiamo, negli ultimi anni la crisi economica è peggiorata e un dato di fatto è che quando il settore del gioco legale chiude, torna immediatamente la criminalità organizzata, questo non lo dico io bensì ADM tramite le numerose operazioni di controllo. Se vogliamo trovare un aspetto positivo, a seguito della situazione pandemica che abbiamo dovuto affrontare, al settore è stata portata la giusta attenzione, anche se spesso non è stata percepita nel modo corretto. C’è bisogno di un riordino totale, perchè tutti i settori devono essere salvati, compreso quello del gioco d’azzardo legale. Co0n riordino intendo: in primo luogo bisognerà precisare chi è autorizzato e a fare cosa, poiché con il passare del tempo i punti vendita del gioco sono aumentati e il gioco è finito ovunque. In seguito, c’è da mettere in sicurezza quelle attività che hanno un rapporto fiduciario con ADM e lo Stato, come le sale professionali e le tabaccherie, vedendo poi se l’offerta è sufficiente, così da evitare il ritorno dell’illegalità. Infine, bisogna armonizzare le regole: ci sono alcune regole che sono cristallizzate e i giocatori si recano da chi non le rispetta e in questa caso c’è bisogno di creare un perimetro di regole rigide dove però l’esercente può svolgere il suo lavoro. Concludo con il tema della sostenibilità, che non può essere esclusivamente sociale, ovvero quella del giocatore, ma anche dell’intera filiera”.
Ad intervenire all’evento anche Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP secondo il quale: “La situazione normativa italiana oggi rende impossibile la riattribuzione delle concessioni in scadenza. Pensiamo al riordino in maniera più ampia, pensiamo alla protezione dei giocatori e al contrasto all’illegalità.
La tutela dei giocatori va messa al centro di ogni proposta di riordino perché il sistema ha sofferto negli ultimi due anni avendo perduto un anno intero di ricavi. Non condividiamo gli approcci che partono come punto fermo da una riduzione dell’offerta che è legata ad una domanda, domanda che esiste indipendentemente dalla regolamentazione ed un’offerta ridotta porterebbe a distorsioni legate all’illegalità. L’offerta va sicuramente qualificata con l’individuazione di punti di riferimento che passano anche dalla formalizzazione della responsabilità degli esercenti sull’accesso al gioco e sulla comunicazione con i soggetti a rischio dipendenza.
La pandemia ha portato ad un’esperienza di test sul controllo al gioco con il green pass. Stiamo valutandone gli effetti che all’inizio sono stati particolarmente negativi. Queste esperienze vanno considerate per essere inserite in un modello di qualificazione dell’offerta. Tra gli strumenti il registro di autoesclusione dei giocatori permetterebbe di superare le distorsioni create con la tessera sanitaria sugli apparecchi da gioco che rappresenta un controllo sui minori sull’accesso a luoghi nei quali i minori non possono proprio entrare per vincoli concessori.
C’è bisogno di investire anche in questo periodo nel settore, le aziende hanno intenzione di farlo ma servono condizioni di stabilità del settore che passa per una proroga delle concessioni in essere, sui quali non si possono fare bandi, e per un riordino anche in vista appunto delle nuove concessioni. Non partiamo da zero.
E’ centrale per il settore del gaming regolamentato rianalizzare le regole del sistema, valorizzare l’impegno delle imprese che danno lavoro altrimenti l’interesse per il settore potrebbe restare solo quello di quei soggetti che non amano le regole e che sarebbe un pericolo a livello sociale”.
Andrea de Bertoldi, senatore di Fratelli d’Italia, è intervenuto sul tema del contrasto all’illegalità, affermando: “Il tema del gioco è un tema sul quale tanta politica è intervenuta in modo scorretto. Io rappresento un partito, però non sono qui a dire che nessuno è senza colpa, ma il problema è quando si passa da singole posizioni a movimenti di massa. Ci sono partiti politici che hanno fatto della lotta al gioco pubblico un punto di forza. Il gioco per me non è né male e né bene, ma sono convinto che il gioco non è la patologia. Le patologie sono due: illegalità e ludopatie. Voi siete i primi presidi per combattere queste due patologie. La riforma del settore deve venire anche da parte vostra, con proposte chiare e inequivocabili, facendo l’interesse della nazione e noi dovremo far nostre le proposte che pongono certezze e rischi che il gioco può portare. Ghettizzare il gioco nelle periferie e criminalizzare chi gioca moderatamente non significa combattere le ludopatie. I lockdown che hanno penalizzato questo settore, allo stesso tempo hanno avvantaggiato l’illegalità, perché il giocatore non è rimasto a casa a leggere il quotidiano, ma ha trovato nelle bische e quant’altro un escamotage per giocare”.
Il Senatore Mauro Marino, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco pubblico e sul contrasto del gioco illegale (Italia Viva), è intervenuto dichiarando: “L’anarchia che sta caratterizzando il tema, ha creato un bisogno di certezze per il settore. Ho letto con interesse la parte che parla dei giochi del Libro Blu 2020 e devo dire che riflettere sul mancato gettito comporta un’analisi e chiarisce che quando manca l’offerta del gioco legale, il giocatore si rivolge all’illegalità e ai canali collegati. La Commissione d’inchiesta intende chiarire la gerarchia delle norme legiferate e creare una normativa al passo con i tempi. Devo dire che i temi sollevati durante questo evento saranno un utile stimolo per iniziare i lavori. La sfida che dobbiamo affrontare è quella di supportare un settore e cercheremo di farlo nel miglior modo possibile, prendendo in considerazione le proposte fatte da voi quest’oggi”.
Presente l’onorevole Alberto Luigi Gusmeroli della Lega: “Come Lega in Piemonte siamo intervenuti per attenuare gli effetti della norma del 2016 molto ideologica che di fatto ha portato ad uno spostamento rilevante verso il gioco illegale. In questo anno e mezzo di pandemia è successo un enorme cambiamento e una traslazione da legale a gioco illegale. Sono aumentati i casi di usura.
Riteniamo si debba intervenire e credo che se c’è una buona regolamentazione nazionale con capisaldi uniformi in tutte le regioni questo permetterà di limitare i danni del gioco illegale senza dimenticare l’importanza dei fondi usati dai vari Governi e provenienti proprio dai giochi. Il gettito è notevole e si deve contrastare l’illegalità per recuperare gettito e destinare risorse contro la ludopatia”.
Giovani Kessler, direttore generale dell’Olaf e già direttore dell’Agenzia Dogane e Monopoli, ha affermato: “Parlo di giochi ma non rappresento nessuno se non me stesso. Il settore dei giochi è un’attività economica come le altre e ha stessa dignità ed interessi. Genera ricchezza e profitti. Genera entrate preziose per lo Stato ma anche danni sociali come la dipendenza. Questo crea problemi di accettazione politica e sociale. Per questo ci vuole una strategia, una politica nazionale che sia una, unica. Serve una politica nazionale coerente conforme alle necessità anche della Ragioneria di Stato che non può perdere risorse dai giochi.
Il sistema dei limiti dell’offerta è una ipotesi che funziona poco nei confronti del contrasto alla ludopatia. Sono strumenti di decoro. Ci deve pur essere un limite all’offerta, e c’è. Ma anche questo non incide sulla dimensione dei danni sociali della ludopatia. Va fatta inoltre una considerazione: meno gioco legale uguale più gioco illegale non è proprio un’equazione matematica. Va dimostrata anche se statisticamente non si trasferisce tutto sul canale illegale. L’illegale va bloccato e non si fa abbastanza. Va dedicata una task force europea visto che l’illegale usa piattaforme estere. Ma la lotta all’illegale non si affronta riducendo la rete legale. La ludopatia non è legata all’illegalità dell’offerta ma all’abuso.
Servono sistemi di gioco che prevengano e blocchino la dipendenza da gioco e che possano essere fatti solo creando e ammettendo un gioco personalizzato, si può fare. La legislazione è molto indietro rispetto ai traguardi raggiunti dalla tecnologia. Servono quindi sistemi di gioco ritagliati sulla persona che blocchino0 l’abuso e si limitino all’intrattenimento. I giochi delle vlt possono essere programmati in tal senso. Al limite si può anche usare l’intelligenza artificiale. Questo comporta identificazione del giocatore nel sistema che può essere fatta senza che l’identità del giocatore venga conosciuta da gestore o concessionario.
Questo è il percorso da fare per prevenire comportamenti patologici e sociali del gioco e che potrebbe rendere il settore accettabile dal punto di vista sociale e politico. Questo renderebbe anacronistiche le vie esperite finora a livello locale”.
L’Onorevole Pier Paolo Baretta, già Sottosegretario al MEF con delega ai giochi (PD), ha spiegato: “Il riordino è l’oggetto principale della mia attività, come considerare il gioco una delle condizioni normali della vita delle persone e per questo, deve essere legale e protetto dalle patologie. Non è facile, come abbiamo visto in questi anni, per una ragione oggettiva ovvero che questo settore non gode di una buona reputazione e dobbiamo farcene carico. Una delle questioni che interessa la libertà d’impresa, è il credito bancario, per il quale le attività hanno difficoltà e questo è un tema importante che non deve essere sottovalutato. Uno dei lati positivi è lo sviluppo di una visione unitaria degli operatori del gioco legale, poiché nell’ultimo periodo la normale concorrenza non ha impedito di trovare punti d’intesa di carattere strategico. Uno degli obiettivi del riordino dovrebbe essere l’omogeneità della visione del settore ed inoltre, un punto da cui si potrebbe ripartire è l’accordo Stato-Regioni e in seguito affrontare il tema che riguarda il numero e la natura dell’offerta. Sulle distanze bisogna lavorare sui punti di mediazione, uno errore che hanno fatto gli enti locali è stato quello di stilare una lista di luoghi sensibili che non rientravano nella categoria. Siamo di fronte ad un salto tecnologico importante e questo punto è fondamentale, perché deve essere affrontato per combattere l’illegalità”.
“Abbiamo ben chiaro cosa significa spiegare il nostro comparto quando parliamo con chi non lo conosce o con chi usa strumenti per ostacolarne l’esistenza. Le finalità sono diverse” afferma Geronimo Cardia di Acadi. “Noi con tenacia andiamo avanti. Il gioco è soprattutto un servizio pubblico perché gli operatori sono incaricati di pubblico servizio quindi sono caricati di responsabilità importanti. C’è la necessità di normalizzazione, di cristallizzare la reputazione del comparto e di compattezza del comparto di fronte alle istituzioni per proporre soluzioni uniche.
Sono questi tre temi fondamentali. Oggi il comparto è aperto e abbiamo la prospettiva di continuare ad esercitare l’attività. Ma oggi i problemi che abbiamo restano gli stessi, la questione territoriale. Serve lavorare al riordino affinché accada, ci vuole tempo ma se non verrà attuato il settore non resisterà, e dobbiamo ragionare con il fiato corto pensando alla scadenza delle concessioni. Dal 2016 ci sono diritti in proroga perché il legislatore alza le mani e non è nelle condizioni di fare le gare. Ma lo Stato non può perdere la funzione di presidio di legalità svolta dagli operatori. Questo è determinante. Ricordiamo che nel 2018 il Consiglio di Stato ha bloccato il tentativo dello stato di fare le gare. C’è consapevolezza piena di non poter rinunciare ad un comparto strumentale all’attuazione di politiche di ordine pubblico e sanitarie.
Dal 2011 hanno legiferato tutte le regioni italiane sul gioco e più di 10 sono tornate sui loro passi modificando o prorogando le limitazioni adottate. Dobbiamo lavorare alle proroghe tecniche da inserire in Bilancio e essere uniti per il riordino”.
Infine, Giorgio De Carlo, Direttore dell’Istituto Quaeris, ha presentato un’Analisi demoscopica indipendente sul tema del gioco eseguita in queste ore, spiegando: Queris monitora il settore del gioco da molto tempo, questo è il settimo o l’ottavo sondaggio che facciamo e in questa occasione specifica abbiamo fatto, ad un campione di 700 casi, alcune domande riguardanti vari aspetti del settore. La prima domanda si riferisce alla scelta di fare prevenzione e informazione rispetto al contrasto del disturbo del gioco e gli intervistati sono molto più favorevoli alla prima soluzione. Un’altra slide ci fa capire come il 30% degli intervistati conosce almeno una persona che soffre di ludopatia. La terza slide parla delle preoccupazioni che affliggono gli intervistati: al primo posto troviamo il gioco illegale, mentre il secondo è occupato dal gioco online. Per ultimo come presidio della sicurezza c’è il gioco legale nei luoghi pubblici. La seguente domanda chiedeva agli intervistati se l’offerta del concessionario di Stato sia affidabile e la maggior parte ha risposto positivamente. La quinta domanda si riferisce all’utilità di un possibile registro di autoesclusione, per il quale gli intervistati hanno risposto favorevolmente. L’ultima domanda ha chiesto agli intervistati di classificare per importanza alcune politiche riguardanti questo settore, da cui è stato evidenziato che: al primo posto con il 43,3% abbiamo il contrasto al gioco d’azzardo illegale, al secondo troviamo con il 34,8% il miglioramente delle attività di prevenzione e informazione e al terzo posto le azioni contro il gioco patologico con il 21,9%.
PressGiochi
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