“A noi gestori ci hanno fatto chiudere per un anno, sbarrando bar e sale da gioco, mentre la gente nonostante il Covid non ha smesso di giocare e si è
“A noi gestori ci hanno fatto chiudere per un anno, sbarrando bar e sale da gioco, mentre la gente nonostante il Covid non ha smesso di giocare e si è riversata sui punti vendita, tabaccherie e ricevitorie che avevano il permesso di tenere le saracinesche alzate. Poi una consistente quota rimanente è finita, come era prevedibile, nel gioco clandestino e lo dimostrano i continui sequestri di punti di gioco illegali, sia fisici che online, operati dalla Guardia di Finanza”.
Questo lo sfogo a Il Fatto Quotidiano di oggi di Patrizio Perla, vicepresidente della Sapar, che spiega gli ultimi dati del Bilancio dello Stato dove si registra un’aumento delle entrate provenienti dal Lotto e una importante riduzione invece di quelli del Preu.
Sulla questione green pass – spiega ancora Perla: “Per fare una partita al chiuso è obbligatorio e chiediamo agli esercenti di fare controlli seri, ma molti giocatori soprattutto anziani non ne vogliono sapere e cambiano strada; ho assistito al paradosso del barista ‘no vax’ con tutti i dipendenti e non obbligato dalla normativa alla certificazione Covid, tenuto invece a controllare il green pass a chi entra, un non senso”.
“Abbiamo bisogno – conclude il referente Sapar – che ci sia una normativa nazionale che riconosca una quota del preu agli enti locali ma che superi le differenze di regolamentazione regionali, in alcuni casi da comune a comune, sulle distanze minime da punti sensibili (scuole, centri anziani, ma qualcuno inserisce perfino cimiteri e giardinetti) e sugli orari di apertura”.
Pressgiochi
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