Analizziamo le oggettive evidenze dell’indagine filmata, che gli inviati del Fatto Quotidiano hanno recentemente svolto al parco Testori di Milano e che, da qualche ora, è liberamente consultabile su internet.
Analizziamo le oggettive evidenze dell’indagine filmata, che gli inviati del Fatto Quotidiano hanno recentemente svolto al parco Testori di Milano e che, da qualche ora, è liberamente consultabile su internet. Una cospicua comunità di persone, prevalentemente latinos e filippini si riuniscono all’aperto per cucinare e mangiare, ma anche per allestire decine di tavoli dediti al poker, ai dadi, alla roulette. Tutt’altro che “casereccia” la posta in gioco, considerate le mazzette da 50 euro usate come ventaglio dai tenutari dei tavoli ed i “fiotti” di biglietti da 20 euro che scorrono sul crinale dei dadi. Neppure “tanto innocente” è il clima complessivo della “sagra” dell’azzardo, considerata la “solerzia” con cui gli inviati giornalisti hanno dovuto abbandonare la zona dopo che la videocamera nascosta è stata individuata.
Altra oggettiva “evidenza” – spiegano dall’associazione Astro – è la coincidenza oraria tra il coprifuoco imposto dall’ordinanza comunale di Milano alle sale per il gioco lecito ed ai congegni da gioco lecito (ore 23) e l’inizio di operatività del “casinò estivo”. Le Sale bingo “normali”, le sale VLT “autorizzate” dal Questore, le Sale scommesse regolari, con i palinsesti conformi alle prescrizioni dei Monopoli di Stato, chiudono alle 23 (a Milano) e, contemporaneamente, aprono i tavoli dell’azzardo “fai da te al parco”, forse pittoreschi per la loro semplicità, ma non per questo meno “accurati” di quelli delle bische di Chicago, per quanto riguarda la loro capacità di incamerare biglietti da 50 euro.
Da corredo a questa situazione, al limite del paradosso “tutto italiano” (ma soprattutto Lombardo e Milanese nello specifico), c’è la “esasperazione” dei residenti in zona, raccontata dagli inviati, esausti di una situazione che quotidianamente si protrae sino a notte fonda e che il locale preposto all’Ordine Pubblico ha mostrato di non conoscere, minimizzando le lamentele ed escludendo la pericolosità dei ritrovi estivi notturni all’aria aperta.
Questo caso (per fortuna filmato e quindi non opinabile nei suoi contorni oggettivi) riflette un automatismo che più volte si è cercato di smentire, ma che in realtà è radicato nella storia sociale del nostro paese: quando si contrae il gioco “legale e controllato”, la persistente “domanda di gioco” viene immediatamente soddisfatta da offerte e prodotti illegali, generando un triplice effetto perverso: nascita (o consolidamento) di strutture criminali con conseguente perdita del controllo di pubblica sicurezza, perdita del gettito erariale, perdita di occupazione nell’ambito del settore “legale”.
Applicando alla lettera la proiezione “politico-amministrativa” adottata dalla Giunta Regionale (niente slot lecite in Lombardia nel giro di 3 anni), i parchi pubblici hanno la possibilità di vedersi presto riqualificati in aree per il gioco illegale notturno, magari inaccessibili per tutte le “casalinghe di Voghera”, ma sicuramente idonee a generare e rinforzare tutti i gangli malavitosi già dediti alle più tradizionali bische.