24 Novembre 2024 - 20:44

Castaldo (Microgame): “Gioco online in forte crescita ma nuovo bando rischia di eliminare parte dell’industria legale”

“La pandemia è stata acceleratore del trend di cambiamento già in corso nel settore, ovvero un aumento della penetrazione del gioco a distanza rispetto al totale. Su questo punto, l’Italia

28 Luglio 2021

“La pandemia è stata acceleratore del trend di cambiamento già in corso nel settore, ovvero un aumento della penetrazione del gioco a distanza rispetto al totale. Su questo punto, l’Italia era ad un terzo delle media di mercati comparabili. Microgame ha un punto di osservazione privilegiato, con un network clienti di oltre 50 concessionari online e di una quindicina di concessionari delle scommesse retail, i principali dei quali operano anche online. Uno degli effetti della pandemia è stato di aumentare notevolmente i conti di gioco attivi, risultato evidente dell’apertura di contratti da parte di giocatori dei negozi dopo il primo lockdown”.

 

Così Marco Castaldo, Ceo di Microgame, intervenuto durante il panel “Nuovi trend del gaming retail” nel corso dell’evento Sbc Digital Italia. “Lo scenario ci porta a delle considerazioni secondo me molto positive. Ad esempio, per molti è superata la doppia barriera rappresentata dall’anonimato e dell’utilizzo degli strumenti informatici. Ambedue sono fattori positivi trasversali, che hanno anche un valore sociale e ci portano a riflettere su quanto siano reali queste barriere”. Altro dato interessante, ha rivelato Castaldo, è lo sviluppo del canale mobile: “Sul nostro network, la percentuale dei ticket scommesse giocati sul mobile è cresciuta dal 35% pre-pandemia, oltre il 50% adesso e i dati sono in continua crescita. Sul casinò eravamo già oltre il 55%, adesso navighiamo oltre il 65%. Stiamo parlando di giocatori in larga parte provenienti da affiliazione a terra. È la prova che il modello dei Punti Vendita ricariche (Pvr) è già evoluto, e anche questa evoluzione sta accelerando. Il vecchio modello illegale del punto di raccolta “mascherato” da pvr diventerà un ricordo del passato ed è condannato dall’evoluzione del mercato prima ancora che dalla legge”. La riapertura dell’attività ha portato ad un dato di raccolta scommesse per punto di vendita a luglio “allineato a quello di due anni fa”, ha proseguito Castaldo, mentre la raccolta online continua a viaggiare sopra ai livelli del 2019. “È troppo presto per trarre delle conclusioni, bisogna aspettare l’avvio del campionato, ma i segnali iniziali potrebbero confermare un cauto ritorno al punto vendita assieme a un effetto duraturo sul gioco online. Questo confermerebbe l’accelerazione del trend verso il gioco a distanza. Detto questo, vedo incertezza e disagio da parte degli operatori: ci si interroga sulla vulnerabilità del modello retail, a fronte dei cambiamenti strutturali e dei rischi ormai evidenti, senza parlare delle incognite a livello regolamentare”.

Guardando al futuro, Castaldo ha sottolineato alcuni elementi di riflessione: “C’è il trend di crescita del gioco online, destinato a proseguire. Ma ci sono anche l’incertezza regolamentare e la prospettiva che il prossimo bando annienti un pezzo del settore. Il numero di operatori fortemente ridotto sposterà ampie fette del mercato, a partire da quel terzo del mercato che opera con modello pvr, verso il gioco illegale. Oltre metà del nostro business proviene da quel segmento, quindi siamo preoccupati, ma dati gli effetti negativi per la sicurezza e per il gettito erariale la nostra preoccupazione dovrebbe essere condivisa da tutto il settore e in primis dalle autorità. Ma forse la domanda chiave è: qual è il futuro del punto vendita? Perché il giocatore deve continuare a frequentare i punti fisici? Superate le motivazioni legate all’anonimato e alla scarsa conoscenza e fiducia nei mezzi tecnologici, occorre ricercare nuovi stimoli e occasioni per inventare i format del futuro. Ad esempio, mi chiedo se avrà la stessa centralità il negozio dedicato, e che aspetto avrà. Occorrerà sicuramente ampliare l’esperienza per motivare il giocatore a continuare a frequentarlo. A titolo di provocazione, direi che il mercato si polarizzerà tra, a un estremo, delle location ibride ad alta intensità di interazione, orientate all’intrattenimento e all’estensione dell’esperienza del giocatore, e all’altro, dei mini-negozi o chioschi/corner totalmente automatizzati, con al mezzo la rete generalista. In parallelo al format del negozio, l’altro aspetto ormai imprescindibile è la multicanalità; ne ho parlato ossessivamente in questi anni, ma è finalmente arrivato il momento di mettere in pratica tutti i propositi relativi alla convergenza dei canali. Tra betting shop e online l’integrazione è già avviata: il salto è avvenuto con il lockdown e c’è da aspettarsi un ulteriore sviluppo post-pandemia. Ora molti concessionari terrestri hanno una percentuale importante di clienti con conti di gioco online, è dunque il momento di spingere verso una integrazione dell’esperienza tra i canali.

Dunque, bisogna rendere coerente il vissuto del prodotto tra negozio e sito web/mobile, integrare l’esperienza da remoto con il negozio tramite strumenti precisi (e qui l’uso del mobile è chiave), ripensare l’approccio al cliente attraverso promozioni cross-channel, allineare l’organizzazione commerciale interna e esterna. Una bella sfida ma nel settore scommesse sta partendo. La convergenza tra le macchine a terra e il casinò online è un tema più complesso, mi sembra il prossimo traguardo. Ma questi sono ragionamenti prospettici, di mercato, al netto degli effetti della regolamentazione. L’auspicio è che il riassetto legislativo possa essere coerente con i trend del mercato e con l’evoluzione dei consumi. Altrimenti il settore non sarà mai in equilibrio sostenibile”.

PressGiochi

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