Le Caritas del Lazio, insieme alle Fondazioni antiusura della regione e all’associazione Alea, tornano a lanciare l’allarme sull’azzardo. E lanciano un appello alla Regione Lazio, chiedendo, tra le altre cose,
Le Caritas del Lazio, insieme alle Fondazioni antiusura della regione e all’associazione Alea, tornano a lanciare l’allarme sull’azzardo. E lanciano un appello alla Regione Lazio, chiedendo, tra le altre cose, l’annullamento della decisione di prorogare di un anno l’entrata in vigore del distanziamento minimo delle sale scommesse e slot-machine dai luoghi di pubblico interesse. Richiesto anche il recepimento immediato delle Raccomandazioni del direttore generale della Prevenzione sanitaria in materia di gioco d’azzardo patologico e delle Linee operative per la prevenzione delle patologie dell’azzardo e per l’assistenza alle persone con questa dipendenza e alle rispettive famiglie.
Il 23 giugno scorso, ricordano in una nota, « l’Osservatorio sull’azzardo presso il ministero della Salute ha indicato tre possibili pericoli derivanti dalla riapertura dei locali dove si gioca d’azzardo: per i pazienti in cura che rischiano una ricaduta o un peggioramento clinico dopo lo stop imposto dal lockdown; per le fasce deboli della popolazione ancora più segnate dalle difficoltà economiche; per la prevenzione del contagio da coronavirus proprio nelle sedi dove si punta denaro». Quindi, il 12 luglio, le Raccomandazioni alle Regioni emanate dal direttore generale della Prevenzione sanitaria Giovanni Rezza, che ha chiesto che le Asl di tutta Italia attuino le procedure emanate per «prevenire i gravi rischi correlati alla riapertura». In particolare, ispezioni preventive dei locali adibiti al gioco con riferimento a spazi, illuminazione, aerazione, rispetto delle distanze e degli obblighi di mascherina; gradualità nella rimessa in funzione dei sistemi con verifiche preventive da parte delle Asl; sospensione delle somministrazioni di bevande alcoliche e dell’uso di tabacco.
L’ultimo atto normativo, il 17 luglio, «quando il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato dopo quattro anni il decreto che fissa le Linee operative per la prevenzione delle patologie dell’azzardo e per l’assistenza alle persone con questa dipendenza e alle rispettive famiglie. Anche tale documento – si legge nella nota di Caritas e Fondazioni antiusura – impegna le Regioni e riconosce fondati argomenti anche ai Comuni per la prevenzione “strutturale”, cioè per la regolamentazione sul territorio dei giochi affinché sia contenuto il rischio».
Di qui le richieste rivolte alla Regione Lazio, che comprendono anche l’istituzione di «un tavolo istituzionale a cui partecipino il terzo settore e il mondo del volontariato per un confronto su una nuova e più evoluta programmazione in materia sanitaria nell’ambito del gioco d’azzardo patologico, attuando le indicazioni delle Raccomandazioni del direttore generale delle Prevenzione e delle Linee operative firmate dal ministro della Salute». In particolare, riguardo all’invito a riconsiderare la decisione di sospendere l’entrata in vigore della norma sul distanziamento delle postazioni di gioco dai luoghi sensibili, si chiede di «tornare integralmente a quanto previsto dalla Legge Regionale del Lazio 5 agosto 2013, n. 5, come modificata il 27 febbraio 2020. Una decisione della Giunta regionale dello scorso 12 maggio ne ha invece rimandato di un anno l’entrata in vigore – ricordano Caritas e Fondazioni antiusura -. Una decisione che, come dimostrano gli ultimi provvedimenti in materia di tutela della salute, si è dimostrata pericolosa e scriteriata». Al riguardo, proprio grazie alle Linee operative del ministro Speranza, «qualora non vi siano provvedimenti della Regione, chiediamo ai sindaci di emanare Ordinanze per motivi contingibili e urgenti che inibiscono il funzionamento dei punti di gioco fino alla conclusione delle verifiche».
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