25 Novembre 2024 - 05:55

Per il casino di Saipan è pronta la dinamite!

Magari non finirà così, ma il rischio c’è. A volerlo è uno dei commissari della Commonwealth Casino Commission (CCC), al culmine dell’esasperazione per le tante vicissitudini attraversate nel passato e

26 Luglio 2021

Magari non finirà così, ma il rischio c’è. A volerlo è uno dei commissari della Commonwealth Casino Commission (CCC), al culmine dell’esasperazione per le tante vicissitudini attraversate nel passato e nel presente dalla società proprietaria Imperial Pacific International Holdings Ltd. (IPI)

Prima di andare nel dettaglio, però, bisogna dare qualche coordinata. Saipan è una delle 14 isole dell’arcipelago delle Marianne, che nell’insieme forma un arco di 750 km più o meno equidistante da Giappone e Filippine.

Piccole oasi per un turismo non pretenzioso, dove americani e giapponesi sono soliti rifugiarsi per trascorrere vacanze tranquille in luoghi incontaminati… se non fosse per i residuati bellici della Seconda Guerra Mondiale, perché proprio da queste parti si combatterono le più aspre battaglie tra USA e Giappone (nella stessa Saipan, sulle Midway e a Guam).

Le isole Marianne Settentrionali (in sigla CNMI, così denominate perché quella più in basso, ed anche la più grande, ovvero Guam, è considerata territorio separato) fanno parte del Commonwealth degli Stati Uniti, la cui entità più importante è Porto Rico. In sostanza, è un insieme di territori “non inclusi” su cui la giurisdizione americana grava parzialmente.

Dunque, sono le autorità statunitensi a disciplinare l’attività di gambling nelle Marianne, che in realtà si riduce ad una sola licenza, quella assegnata alla IPI nel 2014, poi gestita dalla sussidiaria Best Sunshine. Nel luglio 2015 questa ha aperto un casino temporaneo con sei tavoli di baccarat nel centro commerciale DFS T-Galleria di Saipan. Allo stesso tempo, IPI ha iniziato lo sviluppo di un resort permanente multimiliardario nel distretto turistico di Garapan, completo di pavimenti in marmo, torri dorate e, nella hall, due sculture di draghi Swarovski da 20 tonnellate in acciaio inossidabile, oro e 2,5 milioni di cristalli.

Gli affari del Best Sunshine Live sono andati ben presto a gonfie vele, arrivando persino a rivaleggiare con Macao per il fatturato nel settore VIP. Ma le entrate non sono profitto: l’IPI ha trattato con troppa benevolenza gli high rollers, tanto che, da fonte Forbes 2019, la società in 4 anni è arrivata ad accumulare  2$  miliardi di debiti da parte dei giocatori, cancellandone i due terzi.

Da allora ha dovuto affrontare una raffica di guai legali, importando lavoratori illegali sotto falsi pretesti, consentendo condizioni di lavoro non sicure (c’è scappato anche un morto per questo), riciclaggio di denaro e frode telematica.

Sebbene il resort permanente sia stato aperto nel 2017, è rimasto  incompiuto. Appaltatori e lavoratori non sono stati pagati e oltretutto pare che venissero maltrattati e minacciati: per questo, 7 di loro sono andati in causa, ottenendo un risarcimento da 5,4$ milioni. I CEO vanno e vengono. L’ultimo di loro, Donald Browne, è andato via in punta di piedi dopo meno di sei mesi di lavoro, quando è rimasto senza stipendio, come gli altri. IPI ha anche mancato una serie di pagamenti al governo locale: fra  tasse e multe l’ammontare è di 25,2 milioni di dollari. Poi ci si è messo pure il tifone Yutu, che ha causato una catastrofica distruzione nel CNMI nel 2018 e, naturalmente, la pandemia che ha iniziato a diffondersi all’inizio del 2020. Perciò, la IPI si è trovata nelle condizioni di non poter pagare e nell’aprile scorso si è vista sospendere la licenza.

Il futuro dell’Imperial è nero come la pece. Il CCC ha fatto di tutto per mantenere in piedi la baracca dell’IPI, sperando di lanciare alla grande il turismo a Saipan, e a questo punto ne ha le scatole piene.

 

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