La nuova legge sul gioco d’azzardo verrà approvata. Ma senza i voti di Fratelli d’Italia:«Questa norma non è solida, c’è il rischio di infiltrazioni mafiose». Si concluderà nella seduta di
La nuova legge sul gioco d’azzardo verrà approvata. Ma senza i voti di Fratelli d’Italia:«Questa norma non è solida, c’è il rischio di infiltrazioni mafiose». Si concluderà nella seduta di giovedì – si legge in una nota del Corriere Torino – il lungo e caotico iter per l’approvazione della norma tanto desiderata dal Carroccio, ma che più volte ha rischiato di rompere la maggioranza.
È da inizio anno ormai che in Regione il dibattito ha come protagonista la modifica della vecchia norma Chiamparino, che aveva come obiettivo il contrasto alla ludopatia. Ma, con la «salvaguardia dei posti di lavoro» come cavallo di battaglia, la Lega ha deciso di dare un colpo di spugna. Il primo tentativo è andato vano: non essendoci accordo interno la coalizione, la proposta di un consigliere regionale è stata ritirata e trasformata in un disegno di legge della giunta, recependo le richieste di Fdi e Fi. Novità principale, una sanatoria per le sale slot e scommesse che nel 2016 avevano dovuto spegnere le macchinette già acquistate. Insomma, chi cinque anni fa dovette chiudere a causa della retroattività della legge della giunta di centrosinistra potrà riaprire. Anche se, nel frattempo, ha venduto la sua licenza. E l’addio alla possibilità per i sindaci di diminuire gli orari: le fasce di interruzione del gioco saranno uguali su tutto il Piemonte.
L’approvazione di un ddl ha anche permesso alla Lega di utilizzare il «canguro», un escamotage per cancellare quasi tutti gli emendamenti delle minoranze, che rischiavano di tenere il documento bloccato a Palazzo Lascaris per mesi. In sostanza, i consiglieri del Carroccio hanno riscritto il testo originale. Ma, nel farlo, non solo hanno ampliato le maglie della norma, aumentando il distanziometro e diminuendo la metratura necessaria per possedere delle macchinette. Hanno anche cancellato, senza possibilità di correggere il tiro, due emendamenti dell’assessore di Fdi Maurizio Marrone, che avrebbero dato la possibilità ai sindaci di prevedere misure più restrittive, in particolare nei comuni con rischio di infiltrazioni mafiose. Il «timore» dei leghisti è che i primi cittadini di centrosinistra usassero questa possibilità per scavalcare la norma.
E così ieri, in aula, il duro attacco del membro della giunta Cirio: «L’ obbligo di motivazione — sottolinea Marrone — avrebbe consentito ai sindaci di tutelare le comunità, ma anche prevenire un utilizzo “fazioso” dello strumento. Il mio timore, ora, è che una poderosa liberalizzazione senza misure di dettaglio possa abbassare le difese di tutte le istituzioni. Lo spirito dell’autonomia è proprio la responsabilizzazione dei primi cittadini che hanno manifestato grosse criticità, anche in Consigli comunali di centrodestra. Così com’è questo documento è invotabile».
Nella giornata di giovedì 8 luglio, quindi, con molta probabilità i «fratelli» non approveranno la nuova legge. Ma il provvedimento passerà comunque con i 25 voti di Lega e Forza Italia, andando contro buona parte dell’opinione pubblica ed eliminando una norma che, dati alla mano, aveva contrastato la ludopatia in Piemonte.
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