22 Novembre 2024 - 14:55

Riforma del settore retail dei giochi. ACADI, EGP, SGI inviano le proposte all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

In seguito all’Open Hearing tenuto da ADM la scorsa settimana, anche ACADI, EGP, SGI hanno inviato le loro proposte in merito all’imminente riforma che interesserà il settore retail del gioco pubblico.

07 Giugno 2021

In seguito all’Open Hearing tenuto da ADM la scorsa settimana, anche ACADI, EGP, SGI hanno inviato le loro proposte in merito all’imminente riforma che interesserà il settore retail del gioco pubblico.

Come si legge:

“Il retail gaming è settore industriale articolato e complesso per prodotti offerti e strutturazione di filiera, la cui regolamentazione si è sviluppata dal 1948 (parallelamente all’evoluzione tecnologica e dei consumi) per tutelare differenti interessi collettivi: legalità, protezione dei consumatori a partire dalle categorie più fragili, occupazione, gettito erariale diretto ed indiretto. Ai fini del riordino del settore – e del ritorno ad un quadro di gestione stabile e governabile, indispensabile per la programmazione economica degli operatori e della PA – è particolarmente utile ed opportuna la consultazione pubblica tra tutti gli stakeholders interessati. Assieme ai temi esposti occorre tuttavia, necessariamente, considerare ulteriori fattori: – adeguate analisi quantitative che garantiscano la coerenza del modello di offerta con la domanda effettiva (post COVID-19), per prevenire indesiderati ritorni massivi di illegalità; – coerenza temporale con il quadro delle diverse concessioni retail in essere, alla luce del depauperamento di molte di esse per limitazioni territoriali e oltre 11 mesi di mancato esercizio per prevenzione COVID-19; – validazione nel dialogo Stato – Regioni ed Autonomie locali (cfr. Conferenza Unificata 7.9.2017) per permettere la moratoria delle disposizioni espulsive del gioco regolamentato esistenti ed il loro superamento con il nuovo modello distributivo e con nuove, realmente efficaci soluzioni di prevenzione primaria delle dipendenze.

 

  1. Obiettivi generali: razionalizzazione numerica, qualitativa e della diffusività sul territorio

Per le finalità di contrasto al gioco illegale, il modello distributivo-concessorio esistente è idoneo a garantire un’accessibilità di una domanda valutata da studi dell’Istituto Superiore di Sanità in oltre 18 milioni di giocatori. Risulta in particolare condivisibile una razionalizzazione partendo dalla qualificazione organizzativa degli esercizi, inducendo quindi (con logiche di mercato) la razionalizzazione numerica e garantendo comunque un’equilibrata distribuzione sul territorio delle attuali tipologie di esercizi, generalisti e specializzati.

 

  1. Obiettivi generali: modalità di compartecipazione regionale e comunale al gettito erariale

La compartecipazione regionale e comunale al gettito erariale è obiettivo primario e condivisibile. Il già elevato prelievo fiscale sui prodotti retail, unito agli effetti della crisi economico-finanziaria prodotta dalle prescrizioni di chiusura determinate dall’emergenza COVID-19, indica che il trasferimento alle Autonomie Locali debba avvenire attraverso la destinazione di una parte del gettito erariale generato dalle aliquote attualmente previste. Devono escludersi quindi ulteriori incrementi dei prelievi a carico dei concessionari o dei giocatori, che contribuirebbero a ridurre l’interesse economico all’offerta legale.

  1. Trasformazione di agenzie scommesse, sale VLT e sale bingo in Gaming Halls – Special Gaming Halls

Molti punti specializzati vedono già l’esercizio di diverse concessioni nello stesso luogo (apparecchi scommesse e, in alcuni casi, bingo), operando di fatto come Gaming Halls. Ove tale trasformazione, che presuppone per ciascun punto vendita l’utilizzo di specifici diritti di prodotto, fosse regolata da apposite norme, sarebbe possibile superare le attuali complessità che si riscontrano laddove si cerchi di avere la coesistenza di tali prodotti di gioco in un unico punto vendita e sarebbe, altresì, possibile definire requisiti tecnici minimi che possano qualificare l’offerta di gioco. Tale trasformazione è quindi condivisibile e realizzabile, su una numerica di esercizi da verificare: – con una specificazione dei requisiti organizzativi (in termini di dimensioni, organizzazione interna, features tecniche); – in particolare, in ottica di prevenzione delle dipendenze (controllo documentale degli accessi); – mirando ad una presenza territoriale da definire in funzione della domanda esistente, evitando tanto l’eccessiva concentrazione quanto la desertificazione dell’offerta.

  1. Raccolta dei prodotti di gioco per tipologia di esercizi “generalisti”

Si concorda con la necessità di razionalizzare la distribuzione degli apparecchi e dei parametri di contingentamento delle c.d. AWP nel canale “generalista” (essenzialmente bar e tabacchi). Si ritiene, inoltre, che per gli esercizi “generalisti”, per tutti i prodotti di gioco debba essere tenuta in dovuta considerazione l’impossibilità per determinate tipologie di punti generalisti (in particolare i tabaccai, ma anche molti bar, soprattutto nelle città) di dotarsi di sale separate, inoltre si dovrebbe sostenere un aumento dei costi, anche del lavoro, non giustificabile dai ricavi generabili. Per tali esercizi, alternativamente dovrebbero essere previste: – adeguate modalità di controllo, al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza utile ad evitare forme di gioco eccessivo o minorile; – specifiche attività di formazione nei confronti degli esercenti, con la finalità di garantire maggior capacità di prevenzione del gioco patologico e delle dipendenze; – comunque, una sufficiente capillarità sul territorio in funzione di presidio dell’offerta regolamentata e contrasto alle infiltrazioni del gioco illegale. Definendo puntualmente le tipologie di esercizi generalisti autorizzabili e le loro caratteristiche è possibile conseguire un modello distributivo più qualificato (nei requisiti soggettivi ed organizzativi).

  1. Albo degli operatori di gioco

Il Registro Unico Operatori Gioco (L. 214\2019) è primario strumento di riconoscimento amministrativo di tutti gli operatori che esercitano diverse concessioni di giochi e di quanti da essi incaricati di attività strettamente connesse, accessorie o strumentali. Le peculiari condizioni economiche degli operatori di filiera del 2021 ne suggeriscono tuttavia l’avvio non prima del 2022. Il Registro deve essere utilizzato anche in funzione di semplificazione amministrativa di adempimenti (accertamenti fiscali, antiriciclaggio, autorizzazioni di polizia, …) tramite interoperabilità delle banche dati PA.

  1. Contrasto all’offerta di gioco illegale ed irregolare

Il contrasto all’illegale – comunque funzione della coerenza dell’offerta regolamentata con la domanda esistente – richiede un ulteriore incremento della capacità di controllo sul territorio anche attraverso la programmazione di un adeguamento tecnologico degli apparecchi opportunamente e tempestivamente condiviso. Ciò rafforza la raccomandazione di mantenere gli attuali canali distributivi generalisti quale diga nei confronti dell’offerta illegale e irregolare.

 

  1. Contrasto alle dipendenze ed al gioco minorile

Nel quadro proposto, il principale strumento di contrasto al gioco patologico, di prevenzione delle dipendenze e di contrasto al gioco minorile nelle Gaming Halls è il controllo documentale di accesso alle aree di gioco, mediante il quale è attivabile nel tempo il Registro di Autoesclusione dalle aree stesse, superando l’inefficiente sistema di attivazione di singoli apparecchi mediante tessera sanitaria. All’interno dei luoghi di gioco, l’adozione di un protocollo nazionale di comportamento del personale preposto e di intervento nei confronti dei casi di dipendenza, aumentando la responsabilizzazione degli esercenti e la collaborazione con le strutture sanitarie, potrà facilitare le politiche di prevenzione ed avvio alle cure. Su tali iniziative andranno costruite iniziative di comunicazione pubblica e di formazione continua degli operatori, d’intesa con le Regioni.

 

  1. Sostenibilità della filiera Ippica

Il settore dell’Ippica attraversa, una grave crisi motivata, tra le altre ragioni, dalla difficoltà di reperire autonomamente risorse a sostegno della filiera considerato il drastico calo della raccolta delle scommesse sulle corse dei cavalli, storicamente primaria fonte di finanziamento del settore. Nella L. 205\2017 erano state previste misure finalizzate a supportare la ripresa del comparto ippico, ma ad oggi gran parte delle disposizioni previste sono rimaste inattuate, tra le quali quelle previste ai commi 1055 e 1058. Cosi come è stato inattuato, lasciando scadere la Delega al Governo, quanto espressamente previsto dall’art.14 della L. 23\2014 ovvero una riforma complessiva del settore, il restyling regolamentare e di prelievo delle scommesse ippiche, nonché il riconoscimento agli ippodromi, in quanto luoghi naturalmente e storicamente deputati alla raccolta del gioco, di uno status speciale che permetta la commercializzazione dell’ intero pacchetto di giochi pubblici all’ interno dei comprensori ippici con l’intero prelievo lordo da questi derivante destinato al finanziamento del comparto ( gestione e manutenzione impianti e montepremi delle corse). Nell’attesa che le citate disposizioni siano attuate, è necessario ed urgente individuare ed attuare velocemente prime soluzioni utili ad invertire l’attuale circolo vizioso, ovvero: – riconoscimento degli ippodromi come luoghi storicamente dedicati al gioco lecito, commercializzando tutti i giochi pubblici destinando l’intero prelievo lordo al finanziamento del comparto ippico; – equiparazione del prelievo erariale tra le scommesse ippiche e quelle sportive a quota fissa; – riunificazione dei due totalizzatori (ippica d’agenzia e nazionale); – riforma delle scommesse Tris, Quartè, Quintè con l’introduzione delle vincite di seconda e terza categoria, bonus e jackpot; – sottoscrizione dei disciplinari con le società di corse.”

 

 

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