“Riaprire le porte al gioco d’azzardo avrebbe un effetto molto grave sui giocatori patologici, aumenterebbe la disgregazione sociale e renderebbe irreversibile la condizione di sovraindebitamento delle famiglie nel Lazio”. Lo
“Riaprire le porte al gioco d’azzardo avrebbe un effetto molto grave sui giocatori patologici, aumenterebbe la disgregazione sociale e renderebbe irreversibile la condizione di sovraindebitamento delle famiglie nel Lazio”.
Lo ha detto oggi Maurizio Fiasco, presidente della Fondazione antiusura della diocesi di Roma “Salus populi romani” e associazione Alea, durante l’incontro promosso dalle Caritas del Lazio, a sostegno della norma sul distanziamento dei luoghi del gioco da luoghi “sensibili” come scuole, parrocchie, ecc., approvata il 21 febbraio 2020 dalla Regione Lazio e che dovrebbe entrare in vigore il 1° settembre prossimo. Nelle 5 province laziali il volume di “gioco fisico” (ossia sale gioco o slot machine) ha registrato nel 2019 il “picco” di consumo e di spesa, rispettivamente pari a 11 miliardi e 371 milioni e 1 miliardo e 998 milioni.
Come riporta Agensir.it – a fine 2018 erano 10.142 gli sportelli di accesso al gioco nel Lazio, con oltre 50 mila canali tra cui: 19.441 apparecchi slot machine di vecchia generazione in 6.187 pubblici esercizi (bar, tabaccherie, lavanderie, alberghi, centri ricreativi ecc.); 26 sale dedicate per il Bingo; 502 sale per Vlt per un totale di 4.729 apparecchi; 1.702 concessioni di punti di raccolta per scommesse. La pandemia e le chiusure degli esercizi commerciali hanno invece contribuito al dimezzamento del gioco “fisico”: dai 7.828.312.813 di giocato nel 2019 si è passati a 3.907.179.457 nel 2020 (-50,1%) mentre c’è stata una crescita del 28,1% del gioco on line. In totale nel 2020, tra giocato fisico e on line, c’è stata una contrazione del 25,7% pari a 8.445.692.620. “Con le restrizioni si è attenuata la virulenza dei sintomi della ludopatia – ha raccontato Fiasco –.
Tante famiglie con la pandemia hanno potuto beneficiare di un relativo raffreddamento delle tensioni. Ma dopo un periodo di cosiddetta ‘remissione del sintomo’, come accade in tutte le dipendenze, la riapertura delle sale e dei luoghi del gioco potrebbe avere effetti terribili sui giocatori patologici”. Perciò le realtà cattoliche del Lazio chiedono di “mantenere integralmente la Legge regionale del Lazio 5 agosto 2013, n. 5, come modificata a febbraio 2020”.
Tra le proposte, quella di “prevedere idonei ammortizzatori sociali per gli stessi occupati nel settore distributivo del gioco d’azzardo, penalizzati economicamente dalle restrizioni”; “istituire provvidenze specifiche per le famiglie con uno o più congiunti che versano in stato di dipendenza da gioco d’azzardo; incrementare risorse e interventi di prevenzione generale e specifica”.
PressGiochi
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