Oggi, la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, presso l’Aula del IV piano di Palazzo San Macuto, ha svolto l’audizione del direttore generale dell’Associazione bancaria italiana (Abi),
Oggi, la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, presso l’Aula del IV piano di Palazzo San Macuto, ha svolto l’audizione del direttore generale dell’Associazione bancaria italiana (Abi), Giovanni Sabatini, in merito alle criticità del rapporto fra sistema bancario e operatori del settore del gioco legale.
Per gli operatori di gioco si è assistito all’introduzione di vincoli nel rispetto della disciplina antiriciclaggio.
“Il fatto – ha dichiarato Sabatini – di trattare con un settore con fattori di rischio elevato non richiede obbligatoriamente per la banca la chiusura del rapporto ma una verifica elevata maggiore rispetto ad un rapporto ordinario. Contro le norme antiriciclaggio alcuni istituti hanno preferito evitare di instaurare un rapporto piuttosto che rischiare (attraverso il cosiddetto fenomeno del de-risching).
In Italia non ci sono indicazioni chiare in merito. EBA ha proposto di rivalutare le proprie linee guida sulla vigilanza basate sul rischio sollecitando maggiori valutazioni in merito agli orientamenti settoriali.
Nel caso di rifiuto della banca a contrarre se deriva dal fatto che il correntista opera in un settore con il quale la banca non vuole avviare rapporto per varie ragioni.
Tali scelte possono essere inserite nello statuto. Ma la giurisprudenza ha ritenuto tale scelta statutaria lecita.
Il quadro normativo è importante e ha una sua efficacia nell’individuare i casi a rischio.
Le banche devono essere sempre un avamposto della legalità.
Le banche non hanno un obbligo a contrarre in base a nessuna norma europea. L’ABI è attenta a valutare i confronti con le aziende e le rappresentanze che operano nel gioco legale per comprendere le dimensioni del fenomeno segnalato, per individuare percorsi comuni e soluzioni all’interno del regolamento esistente. Abbiamo interloquito con ADM, per individuare modalità operative possibili soluzioni che assicurando il tracciamento dei flussi possano consentire di superare le difficoltà esistenti. C’è da parte di ABI la massima disponibilità a collaborare. Servono soluzioni compatibili con gli obblighi stringenti richieste dal quadro normativo europeo e nazionale”.
“Il quadro generato nella relazione proposta oggi – spiega Sabatini – è basato alle evidenze, al quadro generale e alla visione globale che possiamo avere. Non abbiamo flussi informativi come quelli che può avere una commissione di inchiesta.
Quando parliamo della chiusura del conto il quadro normativo richiede un monitoraggio continuo della coerenza del cliente rispetto a determinati indicatori e laddove emerge una violazione relativa all’antiriciclaggio lì parte l’obbligo della banca di chiudere il conto.
Detto questo comprendendo le difficoltà del settore credo sia necessario un approfondimento sulle soluzioni che vanno trovare per individuare una modalità che garantisca il controllo dei flussi finanziari e del quadro normativo e che possa rappresentare una soluzione sia tecnica che normativa.
Occorre anche un confronto con le autorità di vigilanza che corrisponda al quadro normativo” ha concluso.
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