E’ al primo punto dell’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale del Piemonte di oggi la Proposta di legge n. 99 a firma Claudio Leone relativa al “Contrasto alla
E’ al primo punto dell’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale del Piemonte di oggi la Proposta di legge n. 99 a firma Claudio Leone relativa al “Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP)” richiamata in Aula senza passare per le commissioni ai sensi dell’articolo 37, comma 4 del Regolamento.
Una proposta che mira a modificare la legge sul gioco vigente in Regione facendo salvo lo strumento del distanziometro ma intervenendo soprattutto nella parte nella quale si applica la retroattività a questa misura. Distanziometro che negli anni ha provocato ingenti danni alla filiera produttiva che aveva investito sulla base di concessioni statali nel settore del gioco pubblico e che ora vede messa a rischio la sua sopravvivenza.
Tanti gli emendamenti presentati tuttavia dalle opposizioni contro questa modifica. Tante anche gli appelli dei lavoratori disperati per la perdita dei propri posti di lavoro.
Riportiamo la lettera aperta di Alberto che scrive:
“Sono uno dei numerosi dipendenti del settore gioco a cui verrà tolta la possibilità di lavoro da una iniqua legge retroattiva.
In poche righe cercherò di spiegare in modo esaustivo le motivazione che mi portano a chiedere la revisione di retroattività che produrrebbe come unico effetto quello della perdita di posti di lavoro in un momento storico ove la nostra società fatica a creare offerta.
Il legislatore conoscendo la materia sa bene e per questo dovrebbe tenere in debito conto che fare morire le attività legali favorirebbe individui privi di scrupolo pronti a riempire il vuoto creatosi con offerte di gioco illegali a condizioni meno favorevoli senza alcun controllo da parte dei Monopoli e con mancanza di incasso erariale.
I soggetti più deboli si vedrebbero esposti al rischio inglobazione di quel tessuto malavitoso sempre allerta nel cogliere il momento favorevole.
Nessuna sala slot può vantare clienti in esclusiva bensì è un mercato nel quale gli avventori girano di volta in volta le diverse realtà locali. E’ facilmente intuibile che nel chiudere le sale cittadine lasciando attive quelle periferiche l’effetto prefissato verrà meno ed anche qualora venissero chiuse tutte le sale il giocatore sposterà velocemente il suo interesse verso l’ online o ad altra tipologia di scommessa di cui il mercato garantisce ampia offerta. Se gli studi fatti tenessero presente il giocato su ogni tipologia di scommessa a rischio, fisica e non, aggiungendo in modo onesto una percentuale inglobata dal proliferare del gioco illegale ci si accorgerebbe che non è questo il metodo corretto per la tutela di soggetti fragili.
Il Ministero della salute identifica la ludopatia nell’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze. Non entra nella tipologia di scommessa e non evidenzia nessuna pericolosità maggiore da parte di una slot piuttosto che un gratta e vinci e via dicendo, perché ben sa non esserci differenza alcuna.
Esistono giocatori occasionali ed altri che si possono definire normali che si fermano prima che la perdita divenga cospicua o si prefiggono una somma limitata. Questa tipologia fa dello scommettere un’attività ludica senza che questo abbia conseguenze nelle loro vite.
Alcuni sono affetti da una vera e propria dipendenza da gioco che rientra nella dipendenza da sostanze e spesso viaggia abbinata. Il rischio è la perdita incontrollata delle proprie risorse economiche ed al contempo delle attività quotidiane, nei casi peggiori porta ansia e tendenza autodistruttiva. I soggetti che sviluppano dipendenza compulsiva, che sia da gioco piuttosto che da alcol o da shopping o qualsiasi altra non trarranno alcun beneficio da una limitazione delle sale slot in quanto il loro forte impulso si direzionerà immediatamente verso l’online o ad altra tipologia di scommessa.
Manuela Vinai sociologa e antropologa su incarico dell’ ASL di Vercelli e Biella ha effettuato una ricerca sul fenomeno gioco trascorrendo un anno quale osservatrice nella sale gioco del Piemonte, in questo modo ha potuto redigere un libro “I Giocatori” nel quale quale si evince che per sua stessa sorpresa è giunta alla conclusione che chiudere le attività legali non sia la soluzione. Propone di investire nella formazione dei gestori e del personale sfruttandone le competenze. Responsabilizzare la filiera invece di demonizzarla.
Come aggiunta personale trovo di vitale importanza ricordare che le perdite ingenti da parte di soggetti ludopatici derivano per la maggiore percentuale da quel continuo aumento di tassazione preventiva che erode il capitale in gioco voluta a gran voce da chi ora si dichiara ed erge a paladino dei soggetti patologici. Da qui la domanda : chi si occupa di contrasto al gioco d’azzardo conosce a fondo questo mondo ?
In tutto questo tengo a segnalare la possibilità della nomina di un amministratore di sostegno per i soggetti che ne necessitano. La richiesta può essere presentata dall’ interessato stesso da un familiare entro il 4° grado o affine entro il 2°, dalla Procura e dai servizi sociali.
Pur riconoscendo la necessaria tutela dei soggetti fragili ritengo assurdo e quanto meno riduttivo pensare che basterebbe la chiusura di una parte di negozi per arginare lo shopping compulsivo, la medesima situazione si verifica nel gioco. La prevenzione nei percorsi scolastici ed ove fallisse, il tutore abbinato ad uno psicologo è la migliore e forse l’unica strada percorribile per un aiuto reale.
Mi stupisce che non vi sia un tavolo di confronto costantemente aperto tra chi conosce il gioco e ne fa un’ attività e chi si occupa di dipendenza. Se affrontato senza pregiudizi di parte darebbe risultati apprezzabili” conclude Alberto.
PressGiochi
L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
28
|
1
|
2
|
3
|
|||
4
|
7
|
8
|
9
|
10
|
||
15
|
16
|
17
|
||||
18
|
19
|
20
|
21
|
22
|
23
|
|
30
|
1
|