Sapar: la ricetta della Castelli per risolvere i problemi

Il Viceministro dell’economia Castelli he recentemente dichiarato: “Iniziano ad emergere numeri della crisi delle imprese. Circa 200mila imprese con un profilo di rischio alto. Le priorità del Movimento 5 Stelle”.

Ecco, quello che ci preoccupa sono proprio queste priorità- scrive in una nota l’associazione nazionale Sapar.

Ricordiamo che con il nuovo governo Draghi i 5 stelle si sono ritrovati particolarmente “ridimensionati” rispetto al passato. La maggior parte dei ministeri sembrano essere stati concessi a loro dove possono fare pochi danni.

Visto infatti che in passato ne hanno fatti. E anche tanti.

Fa quindi un certo effetto la dichiarazione del Vice Ministro in questione, sorta agli onori della cronaca quando si prese i fischi di una platea dell’associazione commercialisti italiani dichiarando di essersi occupata in passato di “buste paga” nello studio di Mamma e papà.

Si, perché- continua Sapar –  sperare che un Viceministro laureata con la triennale, convinta che “i tassi dei mutui non dipendano dallo spread” possa trovare soluzioni ai problemi economici delle imprese italiane è quantomeno fantasioso.

Ad oggi non sappiamo ancora chi avrà la delega al gioco ma di fatto dobbiamo ancora avere a che fare con la Castelli che ha sempre rivendicato con orgoglio la sua ostilità al gioco di Stato.

Sempre ovviamente con lo spauracchio della lotta alla ludopatia, ma che nei fatti anche lei ha contribuito ad aumentare con la lotta alle imprese legali italiane.

Anche lei come in parecchi in parlamento continuano ad esse sordi alle richieste dei Procurartori Antimafia di riprendere l’attività legale perché unico argine a quella illegale.

A breve il Decreto Ristori dovrebbe (almeno in teoria) aiutare le imprese obbligate al fermo. Tra queste ci sono quelle del gioco tra le più penalizzate in assoluto. Ci piacerebbe quindi che il Vice Ministro non avesse la stessa sensibilità con il nostro settore come quella che ha avuto per i ristoratori trentini che invocavano l’aiuto dello Stato distrutti dalla pandemia, a cui disse: «Vorrà dire che i ristoratori faranno altro».

Ecco a noi non piacerebbe fare altro. A noi piacerebbe essere trattati come tutti gli altri, e magari anche meno tartassati visto che lo siamo più di altri.

PressGiochi