15 Novembre 2024 - 21:35

Legge sul gioco in Piemonte. Manna (Asl TO): “Su occupazione dati parziali, campagna comunicativa in standby, rafforzare Osservatorio regionale”

“Nel 2016, sia la Regione Piemonte sia anche lo Stato, attraverso il Ministero, hanno previsto una normazione più specifica sulla prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo. Pertanto, noi abbiamo avuto

24 Febbraio 2021

“Nel 2016, sia la Regione Piemonte sia anche lo Stato, attraverso il Ministero, hanno previsto una normazione più specifica sulla prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo. Pertanto, noi abbiamo avuto a che fare con un piano, che poi è stato redatto, dove dovevamo tener conto sia della legge appena approvata sia delle indicazioni ministeriali. Ovviamente, il piano regionale nasce perché ha una natura sanitaria, in quanto si appoggia all’articolo 1, le finalità della nostra legge regionale, che sono quelle di contenere e supportare le popolazioni più fragili, ma nasce anche perché c’è un Ministero dalla Salute che finanzia il piano. Noi, quindi, grazie a questo finanziamento dedicato siamo riusciti a fare le azioni. Pertanto, è importante sapere che il piano ha questo imprinting di tipo sanitario.

Ricordo – ha dichiarato Gaetano Manna – Responsabile Ufficio Patologie della Dipendenza/AIDS Settore Assistenza Sanitaria Territoriale Torino durante l’audizione a fine gennaio tenuta in Regione Piemonte sulla valutazione degli effetti della legge sul gioco d’azzardo – anche, prima dell’approvazione da parte vostra della legge, di quante erano state le situazioni che nel mio Ufficio, ad esempio, venivano segnalate da parte del territorio, di comuni che si trovano ad affrontare una situazione che era diventata problematica e insostenibile, perché non c’era una formazione.

Poi, sia lo Stato sia le regioni hanno normato, quindi oggi, a distanza di quattro anni, siamo a raccontarvi una prima parte esperienziale di quelle che sono state le attività messe in campo dal Piemonte. Certamente noi, come Regione, grazie anche a questo tipo di formazione di legge regionale, siamo stati e siamo ancora tuttora oggetto di attenzione, sia a livello nazionale sia a livello internazionale, perché vogliono capire meglio anche le dinamiche e le reazioni rispetto a questo complesso sistema che si è creato sulla materia del gioco d’azzardo. Chiaramente, nel report che vi abbiamo dato, c’è una serie di aspetti che poi vengono approfonditi, gradualmente, con calma. I dati li abbiamo presi dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli e siamo riusciti, attraverso un lavoro di questi anni con il supporto delle Amministrazioni che governano, a garantire un esercizio molto importante di dialogo, non solo tra le varie direzioni regionali, ma anche tra le istituzioni che si trovano a gestire, anche da ambiti assolutamente diversi, una materia così complicata. Mi sembra che questo esercizio vada mantenuto, perché rappresenta e dà risultati che sta a voi, come decisori politici, prendere in mano e/o riorientarne l’azione.

Certamente, rispetto alla situazione attuale, il piano fotografa una significativa riduzione dei volumi di gioco, in Piemonte di circa l’11%, e un significativo contenimento della perdita, da parte dei giocatori, che si attesta intorno al 16,5%. Il gioco on line, in questi scenari, rappresenta trasversalmente anche l’oggetto di attenzione, ma anche il buco nero, la materia oscura, perché il gioco on line risulta essere quel soggetto, quella parte di attività che vede un incremento importante, non solo per il Piemonte, ma a livello Italia.

Abbiamo un incremento del 70% rispetto al Piemonte, che è di 73%. Noi, ma in primis il sottoscritto, pensavamo che il Piemonte risentisse maggiormente, in forza di una legge un po’ più stringente, di un’esplosione verso l’on line. In realtà, c’è stato, e anche significativo, ma c’è stato – ahimè – rispetto a tutto il Paese, un incremento. È questa è sicuramente una delle prossime sfide che la pubblica amministrazione, e soprattutto i servizi sanitari, dovranno affrontare.

Pertanto, il piano rappresenta e fa emergere una serie di aspetti che sicuramente toccano vari punti nevralgici, tra cui tutta la questione del rapporto normativo, più o meno rigido o vincolante, rispetto all’aumento o all’ipotetico aumento del fenomeno della criminalità organizzata. Su questi aspetti ci sono due visioni, due pensieri che provano a fare dei ragionamenti su questo ambito, però tutti e due sono ancora in fase – passatemi il termine – embrionale. Meritano una certa e sicura attenzione.

 

Non a caso, recentemente abbiano dedicato dei fondi ad hoc, per cercare di sviluppare meglio e di comprendere meglio se questo fenomeno porta a conseguenze piuttosto che altre, rispetto ai rapporti con la criminalità organizzata, che ovviamente rappresenta un elemento di tutto interesse. L’altro aspetto riguarda anche i numeri.

Da un saldo assunzioni/cessazioni i numeri ci danno poco rilievo, nel senso che sono numeri di poche unità rispetto ai numeri che abbiamo visto in tanti articoli. Certamente quello sui cui c’è da stare molto attenti è che, poiché stiamo fotografando l’ultimo anello della catena e non l’intera filiera produttiva certamente questi sono dati importanti, ma parziali.

Stiamo per avviare una serie di progetti sperimentali che riguardano la stimolazione magnetica trans-cranica. Anche questo è un aspetto innovativo, ma visto che siamo in sanità, l’ambito clinico per noi è importante e potrebbe rappresentare una possibilità anche di aiuto e di cura per quel tipo di pazienti. E qui ci sono delle risorse importanti che sono state dedicate, che saranno potenziate e che ci servono per i progetti di prevenzione classica. Devo dire che abbiamo avuto e stiamo continuando una parte di formazione molto molto importante. Ricordo anche l’importante adesione della polizia locale in tutta la regione. Veramente abbiamo dato un segnale importante, perché a noi serviva anche lavorare con i comuni e, soprattutto, con le forze dell’ordine, nello specifico con la polizia locale, affinché anche loro potessero acquisire quelle informazioni di base. Non solo con quella, ma con gli esercenti, con la formazione obbligatoria e anche con le scuole. Stiamo cercando, in definitiva, di mantenere alto, nonostante l’estrema e straordinaria situazione pandemica, il livello, per promuovere formazione e quindi promuovere cultura in generale su tutti i soggetti”.

 

“La campagna comunicativa è ancora in stand-by. Ho chiesto agli Uffici del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale, li ho sollecitati più volte, però ancora non ho avuto risposta.
Il problema qual è? È che i fondi son bloccati. Certamente al Ministero, quando farò una relazione periodica – visto sono un po’ il responsabile scientifico del piano – dovrò dire che ancora è in stand-by. Per quanto riguarda l’anno scorso e quest’anno, a causa della situazione pandemica, è chiaro che dei blocchi fisiologici ci sarebbero stati. Però certamente la parte della campagna resta ancora in stand-by.
Invece, per quanto riguarda le migliorie da apportare alla legge, poiché personalmente lavoro trasversalmente e, come è stato detto, è stato creato un gruppo di lavoro interistituzionale e interdisciplinare molto corposo, ma anche molto fruttuoso, devo dire che le questioni che vengono fuori nell’impianto della legge riguardano tutta la parte sanzionatoria. Vi è anche la parte nella quale viene detto, in un capoverso di un articolo – se non sbaglio, l’articolo 11 – “apposizione di sigilli”, che di fatto desta molte perplessità da un punto di vista giuridico.
Questi sono sicuramente degli aspetti che, da un punto di vista giurisprudenziale, andrebbero rivisti e migliorati, ovviamente con una partecipazione più attiva di chi questo mestiere lo sa fare e anche meglio dal punto di vista tecnico. Infatti, abbiamo grosse criticità
con alcuni comuni che ci chiedono lumi su questa materia, ma che di fatto hanno dei blocchi di tipo strutturale.
Invece, per quanto riguarda la parte più interna alla sanità, a livello di migliorie sicuramente c’è quella di avere un potenziamento strutturale del nostro Osservatorio epidemiologico delle dipendenze, che è diventato Osservatorio epidemiologico della salute
mentale. Questo è uno dei fondamenti, perché, come avete avuto modo di apprezzare – e vi ringrazio a nome dei colleghi – c’è uno sforzo, che serve nella clausola valutativa, ricordandoci che dietro a questo enorme lavoro ci sono tanti colleghi, alcuni dei quali lavorano anche in
maniera precaria e hanno bisogno di essere stabilizzati. Perché se ho un Osservatorio strutturato che ci consente poi di dare dei dati e anche delle interpretazioni tecniche, lo posso fare e possiamo, di rimando, dare a voi la qualità di un dato che poi ovviamente sta alla vostra
valutazione”.

Fonte immagine: Palazzo Lascaris sede del Consiglio regionale del Piemonte, cortile

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