22 Dicembre 2024 - 08:09

STS. Il settore del gioco merita rispetto!

Il Presidente Nazionale STS Giorgio Pastorino – scrive As.Tro in una nota – è intervenuto con decisione sui due articoli pubblicati dal quotidiano “Avvenire”

23 Febbraio 2021

Il Presidente Nazionale STS Giorgio Pastorino – scrive STS in una nota – è intervenuto con decisione sui due articoli pubblicati dal quotidiano “Avvenire”  (uno del giornalista Umberto Folena, l’altro del Direttore Marco Tarquinio) articoli nei quali le manifestazioni di piazza dei lavoratori del comparto del gioco legale vengono giudicate con fanatico disprezzo e le tabaccherie, i bar e le sale autorizzate sono assurdamente accomunate a “bische” dove gli italiani “si ammalano”.

Ecco, di seguito, il pensiero di Pastorino.

“Cento e ventuno anni dopo la morte di Giordano Bruno, il giornale di ispirazione cattolica “Avvenire” pubblica due articoli, di cui uno a firma del Direttore, contro quella parte del settore del gioco che sta manifestando in piazza dopo quasi un anno di chiusura. Oltre ai soliti dati sul fatturato, in luogo della spesa, sulla tassazione inesistente (!) applicata al gioco legale e sul presunto quanto mirabolante numero di malati da gioco d’azzardo, i giornalisti si spingono a considerazioni quantomeno discutibili. È così che si arriva a sostenere come il gioco legale sia in mano alle mafie, la chiusura di un pezzo del settore sia benedetta e che persino il neo Presidente del Consiglio Mario Draghi, nel discorso al Parlamento, avrebbe evocato la necessità di grandi cambiamenti, riferendosi alle attività che vendono gioco, in quanto “imprese anti-futuro”.

Per mia forma mentale e culturale sono abituato a rispettare e difendere le idee altrui, specie quando sono differenti dalle mie, ma ciò non significa che le debba condividere. Non posso condividere l’idea che 150.000 lavoratori non siano meritevoli di alcun rispetto o leggere, sulle pagine di “Avvenire”, che i bar e i tabaccai sono bische in cui, a volte, si beve il caffè o si acquistano sigarette e che la chiusura di tali imprese non può che giovare alla società italiana. Non sono offeso. Sono sconcertato da un giornale che, rappresentando il mondo cattolico del terzo millennio, ancora rimpiange i tempi in cui chi non era d’accordo veniva messo al rogo”.

 

 

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