15 Novembre 2024 - 22:50

Liguria: Mettiamoci in gioco si appella a monsignor Tasca per far applicare la legge sul gioco

I rappresentanti del coordinamento  “Mettiamoci in gioco” che dal 2012 lotta contro la diffusione del gioco d’azzardo e delle azzardopatie in tutta la Liguria, ha incontrato monsignor Marco Tasca arcivescovo di Genova. L’Arcivescovo Marco Tasca,

05 Febbraio 2021

I rappresentanti del coordinamento  “Mettiamoci in gioco” che dal 2012 lotta contro la diffusione del gioco d’azzardo e delle azzardopatie in tutta la Liguria, ha incontrato monsignor Marco Tasca arcivescovo di Genova.
L’Arcivescovo Marco Tasca, raccontano i volontari Chiara Volpato e Domenico Chionetti,  ci ha colpito “per la grande attenzione dedicata a questo lacerante tema, sempre più disgregante per la nostra società: le persone, le famiglie e il tessuto economico sano delle piccole e medie imprese, oggi resi tutti più molto fragili dalla pandemia”.

E ancora: “Monsignor Marco Tasca ci ha incoraggiato ad andare avanti,dichiarando il suo massimo sostegno sul tema, accompagnando le future campagne e ponendo la sua attenzione sul tema”.

Il gruppo ha ricordato le recenti parole di Papa Francesco sul tema dell’usura che prospera intorno alle vittime del gioco d’azzardo patologico. “L’usura è un peccato grave: uccide la vita, calpesta la dignità delle persone, è veicolo di corruzione e ostacola il bene comune. Essa indebolisce anche le fondamenta sociali ed economiche di un Paese. ”

L’incontro – si legge su Ilsecoloxix.it – è durato un’ora ha toccato i diversi punti. Gli organizzatori hanno spiegato il loro impegno: “Formuliamo proposte di contenimento di questo pericoloso fenomeno; i“Mettiamoci in Gioco” unisce associazioni, molte delle quali confessionali, organizzazioni del terzo settore, enti pubblici, sindacati, giuristi e semplici cittadini.
La legge regionale (L.R. n. 17/2012) detta norme finalizzate a prevenire il vizio del gioco, anche se lecito, e a tutelare determinate categorie di persone, oltreché a contenere l’impatto delle attività connesse all’esercizio di sale da gioco sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull’inquinamento acustico e sulla quiete pubblica.
Prevede altresì che l’autorizzazione all’esercizio del gioco lecito e delle sale da gioco non venga concessa nel caso di ubicazione in un raggio di 300 metri da luoghi sensibili frequentati da giovani (scuole, parchi strutture sportive) o residenzialità sanitarie e socio- assistenziali.
Sarebbe dovuta entrare in vigore il 2 maggio del 2017, ma così non è stato; con il DDL 191 del 2018 è stata prorogata, e quindi non applicata la legge, fino alla data di entrata in vigore del DDL 192, testo unico in materia di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico.
Se la legge fosse stata applicata avrebbe comportato una seria regolamentazione per gli esercizi commerciali dotati di macchinette: per Genova avrebbe significato l’eliminazione del 90% delle slot dai locali commerciali.
L’offerta commerciale sul territorio dell’azzardo (slot machineVLT, gratta e vinci, botteghini delle scommesse) “stimola nella persona un patologico risparmio di coscienza e di volontà.”
Oltre a questo dramma che rappresenta l’azzardo per le persone e le famiglie, esiste il collegamento con gli interessi della malavita organizzata.
“In quasi il 50% delle persone o famiglie, che vengono quotidianamente ascoltate delle fondazioni antiusura, tra i diversi motivi del loro fallimento economico incide anche il gioco d’azzardo”.
Spesso i due fenomeni si cercano e s’incontrano. Spesso le persone braccate dall’usura iniziano a giocare d’azzardo per tentare con la fortuna di risolvere i problemi di debito, oppure coloro che perdono al gioco e vogliono continuare a giocare e dopo aver smantellato il proprio patrimonio ricorrono al prestito dello strozzino per continuare a giocare.
Le iniziative promosse nell’anno 2017 dal Coordinamento “Mettiamoci in gioco” che ha visto protagonista anche la Curia e Sua Eminenza il Cardinale Bagnasco con dichiarazioni pubbliche, ha costretto la giunta regionale ad incontri con questo coordinamento ed a interventi mirati a pubblicizzare che l’azzardo è un male che deve essere combattuto senza però applicare la legge.
Questa in sunto, la richiesta avanzata a monsignor Tasca: “Oggi noi siamo a chiederle di ripartire insieme, prima che riaprano tutte le sedi scommesse, perché una sua parola resa pubblica, in quanto certamente sarebbe ripresa a mezzo stampa, potrebbe fare in modo che le Istituzioni si adoperino almeno nell’applicazione della legge regionale n.17 del 2012, attualmente in sospensione. Già questo sarebbe un primo e importante risultato per tante famiglie in grave difficoltà”.

 

PressGiochi

×