24 Gennaio 2025 - 12:11

DIA: confiscati 22 milioni di euro di beni ad imprenditore coinvolto nella gestione di sale giochi e scommesse online

La Direzione Investigativa Antimafia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito un decreto di confisca beni aziendali e personali emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, nei

19 Gennaio 2021

La Direzione Investigativa Antimafia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito un decreto di confisca beni aziendali e personali emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di un imprenditore di Cittanova (RC), ritenuto contiguo alla cosca RASO-GULLACE-ALBANESE di Cittanova.

L’indagato, unitamente alla moglie e ad altri 40 sodali, nel luglio 2016, era stato colpito da un provvedimento restrittivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, poiché coinvolto nell’operazione “ALCHEMIA” della Procura Distrettuale Antimafia reggina, che aveva interessato gli elementi ritenuti affiliati alle cosche “RASO-GULLACE-ALBANESE” di Cittanova (RC) e “PARRELLO-GAGLIOSTRO” di Palmi (RC), per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni e reati contro la Pubblica Amministrazione.

Le indagini avevano consentito di evidenziare l’interesse delle consorterie verso diversi settori, quali il movimento terra, l’edilizia, il settore turistico-alberghiero, l’import-export di prodotti alimentari, la gestione di sale giochi e di piattaforme di scommesse online, la lavorazione dei marmi, autotrasporti, smaltimento e trasporto di rifiuti speciali.

Nel suddetto procedimento “Alchemia”, la figura dell’imprenditore di Cittanova era emersa quale personaggio indiziato di ricoprire il ruolo precipuo di “portavoce” con il compito di mantenere i rapporti con i sodali, con esponenti di cosche contigue e, contemporaneamente, con il mondo politico ed imprenditoriale, nonché con funzionari pubblici, allo scopo di agevolare l’ottenimento di commesse di lavori o appalti, contributi comunitari ed altre provvidenze.

Nel procedimento penale “operazione Alchemia”, l’uomo era stato assolto dal reato associativo e di intestazione fittizia con sentenza di primo grado del 18 luglio 2020 del Tribunale di Palmi, appellata dal PM procedente.

Tuttavia sulla base del principio di autonomia tra procedimento di prevenzione e procedimento penale, la Sezione Misure di Prevenzione ha rinvenuto in detta sentenza elementi di prova valorizzabili in sede di misure di prevenzione “laddove è sufficiente provare l’appartenenza in senso lato ad un’organizzazione criminale e non l’effettiva partecipazione.

Pertanto il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione MP con il provvedimento di confisca lo ha ritenuto portatore sia di pericolosità sociale qualificata, per la contiguità con un’organizzazione criminale di stampo mafioso, che di pericolosità generica, in ragione della sua inclinazione ed abitualità nel tempo a delinquere, evidenziando, inoltre, come tale pericolosità debba ritenersi del tutto attuale… “”alla luce della notevole gravità delle condotte descritte, dei rapporti con esponenti apicali di cosche mafiose e del complessivo curriculum criminale”. Di conseguenza lo ha sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni.

Dal punto di vista patrimoniale, è emerso come la crescita dell’attività imprenditoriale sia stata concretamente agevolata nell’avvio e, soprattutto, nell’espansione, dal ricorso sistematico a pratiche imprenditoriali illecite, per cui il patrimonio a lui riconducibile è stato ritenuto il frutto o il reimpiego di proventi di attività illecita, stante anche la significativa sproporzione tra i redditi dichiarati e le effettive disponibilità a lui riconducibili, emerse dagli accertamenti della DIA.

Con il provvedimento è stato sottoposto a confisca un consistente asset immobiliare e mobiliare, ricomprendente beni aziendali e personali, per un valore complessivo dei beni sottoposti a confisca di circa 22 milioni di euro.

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