21 Novembre 2024 - 18:07

15 Minuti con PressGiochi. Lazio e legge sul gioco d’azzardo: si rischiano danni peggiori di quelli del Piemonte

La legge regionale del Lazio per il contrasto al gioco d’azzardo patologico è stata modificata ad inizio anno con un emendamento che di fatto rende retroattive le distanze dai luoghi

04 Dicembre 2020

La legge regionale del Lazio per il contrasto al gioco d’azzardo patologico è stata modificata ad inizio anno con un emendamento che di fatto rende retroattive le distanze dai luoghi sensibili. La norma oggi da un termine di 18 mesi (giugno 2021) per la rimozione delle slot dagli esercizi commerciali e di 4/5 anni per le sale poste ad un raggio di meno di 500 metri dai luoghi sensibili.

Ci chiediamo quindi in questo appuntamente con 15 minuti con PressGiochi quali potrebbero essere gli effetti della norma, analizzando anche quanto già valutato per il Piemonte.Pensiamo chenel 2017 nel Piemonte c’erano quasi 5mila esercizi con newslot rispetto ai 7.200 del Lazio. Nel 2019 gli esercizi con newslot nel Lazio scendono a 5.500 circa ma in Piemonte ne troviamo solo 1.400.

Ad intervenire il responsabile Astro per il territorio Claudio Bianchella secondo il quale “La legge parla di possibilità di delocalizzare, in realtà qua non viene offerta la possibilità di delocalizzare anche perché gli esercizi generalisti, come bar e tabacchi, hanno una radicalizzazione fortissima con il territorio. Il fatto che in questi esercizi verranno rimossi gli apparecchi significherà per molti la chiusura, perché l’aiuto economico che danno gli apparecchi a questi esercizi è importante, soprattutto in questo momento così difficile e chi non sarà costretto a chiudere dovrà fare a meno di qualche dipendente. La norma inciderà su circa 15mila posizioni lavorative, non mi sento di dare dei numeri, ma ci saranno molte situazioni di disagio. Siccome stiamo parlando di diritto di salute e diritto di lavoro, bisognerebbe trovare una soluzione che possa incidere più sulla risoluzione del problema del gioco d’azzardo patologico che sia meno incisivo sulla perdita dei posti di lavoro”.

“Siamo intervenuti in Regione Lazio – ha spiegato Carlo Frumenti della STS-FIT – per quanto concerne la disposizione di rimozione degli apparecchi dalle tabaccherie, perché non siamo d’accordo sulla questione distanziometro visto che la regolamentazione delle tabaccherie è dettata da un DM 38 a livello nazionale che non permette lo spostamento delle stesse in maniera repentina e senza determinati accorgimenti. Le distanze vengono determinate dai Monopoli in funzione della specificità e della popolazione attiva del posto, pertanto ciò che vuole imporre la Regione agli esercizi generici non può essere applicata alle tabaccherie. Questo tipo di regolamento determinerà la perdita di 15mila operatori, tra indotto diretto e indiretto e questo numero aumenterà considerando tutte le persone collegate a chi lavora nello specifico settore: arriviamo a 50mila persone che rimarranno senza reddito, oltre al fatto che l’Erario andrà a perdere tantissimo e di conseguenza non ci stanno soldi per i Comuni e le Regioni”.

Ci siamo quindi posti come sia la situazione sul fronte del gioco patologico e delle persone prese i carico in Regione. Ad oggi risultano 840 perone prese in cura. Ad intervenire la dr.ssa Wilma Ciocci di Siipac, istituto che da anni si occupa di trattare il distrurbo da gioco d’azzardo, la quale vive a Roma econosce bene la situazione del territorio. “Allo stato attuale – commenta Ciocci – il distanziometro risulta inapplicabile perché escluderebbe circa il 90% del gioco. Con rischio anche per i giocatori. A Roma ovviamente ci sono tantissime scuole ci sono le università, tutti luoghi sensibili. E sono talmente tanti che non è assolutamente applicabile. Quindi la situazione del gioco a Roma in questo momento è abbastanza imbarazzante perché non si contrasta la dipendenza da gioco d’azzardo usando il distanziometro. Basta leggere un po’ di letteratura qualche libro di psichiatria. Ci sono studi che spiegano perfettamente come il problema non sia quello degli orari o della distanza.

Ma poi, di quanti dipendenti da gioco stiamo parlando?- conclude la sociologa – Da quando io ho approcciato questo mondo del gioco d’azzardo ho visto che la politica si sta interessando di questa problematica e parla solo dei problemi del gioco. Non parla del gioco sano e non parla per esempio dei lavoratori”.

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