09 Gennaio 2025 - 20:51

L’industry italiana dei giochi. Marino (MAG Consulenti): “Assurdo che l’Italia non sia un mercato prevalente nella produzione dei giochi”

Il gaming italiano può contare su un lato industriale articolato ed efficiente che si distingue per dinamicità e innovazione , esigenze di sicurezza tecnologica e dei consumatori, occupazione qualificata e

25 Giugno 2015

Il gaming italiano può contare su un lato industriale articolato ed efficiente che si distingue per dinamicità e innovazione , esigenze di sicurezza tecnologica e dei consumatori, occupazione qualificata e capacità di produrre un importante valore economico tanto che nel 2014 il valore della produzione industriale complessivamente generato dalla filiera e’ stato di ben 500 milioni di euro.

È questa la fotografia che emerge da ‘L’industry italiana dei giochi’, lo studio di Sistema gioco Italia realizzato da MAG Consulenti Associati.
Nel 2010 il valore della produzione dei prodotti di gioco delle reti e dei sistemi di controllo dei concessionari e dei terminali e’ stata di quasi 500 mln di euro con quasi 5mila addetti dedicati. A farla da padrone sono naturalmente i prodotti di gioco che con 264 milioni rappresentano la fetta più ampia del valore complessivo con il 52,9%. Seguono i terminali, con 215 milioni di produzione e la reti e i sistemi di controllo dei concessionari con 20 mln.
Per quanto riguarda i prodotti di gioco , il valore della produzione risulta concentrato nel settore delle gaming machine per una percentuale complessiva tra awp e vlt di 60,3% è un valore di 302 milioni di euro.
Seguono le lotteries con 120 milioni, i giochi online con 51 milioni , il betting con 24 mln e il bingo con 3 milioni.

 

“Il mercato italiano a livello di consumo di prodotti di gioco è il secondo dopo la Germania ma siamo importatori di apparati. Siamo – ha dichiarto Guido Marino di Mag Consulenti Associati – un’industria marginale del gioco visto che produciamo solo il 42% dei prodotti di gioco. Le più importanti aziende produttrici estere sono Igt e Novomatic. Perché non abbiamo un’industria all’avanguardia pur essendo il secondo mercato di consumo? La risposta va trovata in ragioni di natura ‘politica’. Il vero problema di produzione italiana è che i prodotti non hanno seguito la domanda di gioco, ma derivano da regole amministrative indotte da istanze politiche e sociali. Nelle scommesse ad esempio, i totalizzatori non sono esportabili perché la regolamentazione affida il monopolio di proprietà a Sogei”.

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