Chiediamo che le somme di denaro relative ai periodi contabili in cui quesi la nostra attività è chiusa non prevedano dei versamenti in acconto su base fortetaria. Chiediamo di spostarle in avanti in modo tale che ci si possa concentrare solo sui periodi di effettiva raccolta calcolati a posteriore. Quello che chiediamo sostanzialmente è tornare a livelli di tassazione previsti prima del 2019.
Si è tenuta ieri presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato le audizioni relative al disegno di legge n. 1994 (dl n. 137/2020) Tutela della salute e misure di sostegno economico connesse all’emergenza COVID.
Tra gli auditi anche Geronimo Cardi presidente dell’associazione ACADI.
“Rappresento – ha detto Cardia – le grandi difficoltà nelle quali anche il gioco pubblico si trova in questi giorni. Abbiamo fatto una fotografia della situazione attuale che riassumerei con due dati molto semplici. In tempi anti-covid il gettito erariale si attestava sui 10 miliardi di euro. Per come sono strutturate le convenzioni di concessioni, ciò che residua dalla spesa degli utenti una volta che vengono pagate le imposte si attesta sugli 8 miliardi, questa è le remunerazione per la filiera. Nonostante il numero dei 10 mld sia cresciuto nel tempo, con la crisi pandemica e le chiusure imposte stiamo prevedendo il dimezzamento dei volumi di raccolta e del gettito erariale.
Si stima una remunerazione di 5 miliardi di euro da questa attività per lo Stato e di una remunerazione per le imprese del gioco di 4 miliardi nel 2020.
Di fronte a questo contesto così complesso e preoccupante, ci siamo visti limitati tra i primi a marzo del 2020 per poter riaprire le attività tra gli ultimi a luglio 2020, stessa cosa è accaduta a ottobre, nei limiti agli orari prima e poi ad esser chiusi, nonostante gli alti livelli di sicurezza negli ambienti che abbiamo.
Siamo fortemente preoccupati con le attività chiuse e per la manina ideologica che ogni tanto ispira i provvedimenti anche per quanto accaduto nel primo decreto ristori. Abbiamo preso atto che due codici Ateco molto importanti per il settore non erano esclusi nel primo decreto (920001 e 920002).
Oggi, – ha concluso il Presidente Acadi presentando le proprie richieste – facciamo richieste specifiche di rateizzazione dei versamenti e prelievi relativi al periodo contabile appena concluso. Le difficoltà di raccogliere le risorse nei territori sono altissime. Prima del Covid erano stati disposti aumenti della tassazione che oggi chiediamo vengano sterilizzati altrimenti ci troveremo con le imprese ulteriormente penalizzate.
Chiediamo che le somme di denaro relative ai periodi contabili in cui la nostra attività è chiusa non prevedano dei versamenti in acconto su base fortetaria. Chiediamo di spostarle in avanti in modo tale che ci si possa concentrare solo sui periodi di effettiva raccolta calcolati a posteriore. Quello che chiediamo sostanzialmente è tornare a livelli di tassazione previsti nel 2019.
Per quanto riguarda le concessioni in regime di proroga (bingo e scommesse) per l’impossibilità di svolgere le gare; per loro chiediamo che si sospendano i versamenti dei canoni relativi ai periodi di chiusura”.
PressGiochi
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