«Non si capisce perché punire il gioco in assenza di evidenze scientifiche, senza uno straccio di motivazione capace di dimostrare la pericolosità delle nostre attività. Non si vuole negare la
«Non si capisce perché punire il gioco in assenza di evidenze scientifiche, senza uno straccio di motivazione capace di dimostrare la pericolosità delle nostre attività. Non si vuole negare la particolare criticità del momento ma salta all’occhio che si lasciano aperte attività che hanno un rischio di contagio superiore al nostro e si chiudono quelle che sulla prevenzione Covid hanno dimostrato la loro eccellenza».
È quanto afferma Massimiliano Pucci, presidente di Astro, associazione che rappresenta gli operatori di gioco, commentando la decisione del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che ha messo in lockdown l’intera rete dei giochi – agenzie di scommesse, sale slot, Bingo – nella regione, oltre a imporre lo stop agli apparecchi nei bar e nelle tabaccherie. L’impressione, prosegue Pucci, è che in Lombardia «non esiste più lo stato di diritto. Proprio nella regione governata da un avvocato e da un partito che ha sempre detto, almeno a parole, di difendere gli interessi delle piccole aziende. Se si vuole evitare che le nostre aziende non siano in grado di riaprire è necessario, finalmente, che la politica eviti le discriminazioni che troppo spesso abbiamo visto in questi ultimi tempi. Chiediamo solo che venga rispettato il monito del Presidente Mattarella e del Presidente Conte che, più volte, hanno ripetuto che nessun segmento industriale e neanche un lavoratore debbano essere lasciati indietro. In questo senso, rivolgiamo un appello a tutte le autorità competenti a prendere le decisioni del caso».