Coprifuoco alle dieci della sera e didattica a distanza nelle scuole superiori. È su queste nuove misure – riporta IlCorrieredellaSera.it – che nel governo si ragiona e si discute, anche
Coprifuoco alle dieci della sera e didattica a distanza nelle scuole superiori. È su queste nuove misure – riporta IlCorrieredellaSera.it – che nel governo si ragiona e si discute, anche duramente, per provare a raddrizzare in corsa la curva del virus. Con un tweet di poche battute Giuseppe Conte ha lanciato un nuovo appello agli italiani: «Rispettiamo le nuove disposizioni, seguiamo le raccomandazioni, facciamo del bene al nostro Paese…». Parole che rivelano la preoccupazione per il dilagare dei contagi e la paura che i provvedimenti appena varati non bastino a scongiurare il peggio. Che per Conte è un altro lockdown nazionale. Nelle conversazioni riservate a margine del Consiglio europeo il capo dell’esecutivo non ha fatto che ripeterlo: «Chiudere tutto sarebbe troppo dannoso, proprio adesso che l’economia mostra segni di ripresa».
Conte è «completamente contrario» e non vuole prendere in considerazione nemmeno l’ipotesi di un «reset» di un paio di settimane, per far respirare il Servizio sanitario nazionale: «Una cosa che non esiste. Dobbiamo aspettare due o tre settimane per capire gli effetti delle misure attuali, dalla mascherina all’aperto al limite di sei ospiti a casa». Ragionando con scienziati, collaboratori e ministri, il premier si è però convinto a valutare altre regole restrittive, sulla falsariga delle norme adottate in Francia. «Il coprifuoco è una cosa molto probabile», ammettono a Palazzo Chigi, dove stanno arrivando molte pressioni dai cittadini per fermare quel che resta della «movida». Da qui a domani, quando si riunirà il Consiglio dei ministri, un nuovo provvedimento potrebbe imporre a bar, ristoranti e altri pubblici esercizi di abbassare le saracinesche alle 21 o alle 22, con controlli rafforzati e multe per chi non rispetta le regole.
Considerati i nuovi numeri dell’epidemia, il capodelegazione del Pd al governo, il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, ha chiesto al presidente del Conte, un vertice di maggioranza dedicato a nuove misure nazionali da adottare per contenere la diffusione del coronavirus, d’intesa con le Regioni: «Ho chiesto ieri al presidente Conte una riunione per decidere senza indugio nuove misure nazionali per contenere il contagio, ovviamente d’intesa con le Regioni». Dura le replica del ministro della salute Roberto Speranza: «Nessuna decisione è stata assunta in questo momento. Leggo un’abbondanza di indiscrezioni, ma noi siamo qui e analizziamo tutti i dati, ci confrontiamo con le Regioni. C’è un problema serio, non dobbiamo nasconderlo» ma «ci sono istituzioni, scienziati che stanno lavorando. Facciamo le cose per bene». Tra febbraio, marzo e aprile, l’Italia «ha dimostrato di essere un grande Paese. L’Italia non il Governo. Dobbiamo ripartire da là, abbiamo le forze e le energie per farlo. Dobbiamo di nuovo avere la forza di piegare questa curva che preoccupa».
E se sulla necessità di estendere lo smart working come chiede la ministra dell’Istruzione sono tutti d’accordo, tra governo e Regioni — e anche dentro l’esecutivo — si litiga sulla didattica a distanza per i licei. La proposta dei governatori ha fatto (molto) arrabbiare Lucia Azzolina: «Non è all’ordine del giorno». La ministra, sorpresa perché sono le stesse Regioni che a giugno non volevano inserire la didattica a distanza nelle linee guida, non ci sta a disperdere «i grandi investimenti e sacrifici fatti per la scuola». Azzolina lo ha detto ieri mattina a Conte, incontrato faccia a faccia a Palazzo Chigi. Ma i presidenti delle Regioni, ancor più dopo che De Luca ha chiuso le scuole in Campania, insistono. Il Pd ha proposto di arrivare al 50% di didattica digitale alle superiori, alternando casa e scuola.
Il ministro Roberto Speranza ha visto nei grafici la curva del virus impennarsi e si è convinto che «la situazione è seria, serve la massima attenzione e nessuna sottovalutazione». A Milano l’indice di contagio Rt è schizzato sopra 2. In Campania il Covid ha fatto un balzo di oltre mille contagi in 24 ore ed è scattata la chiusura delle scuole. Una scelta che ha fatto deflagrare le tensioni nella maggioranza. Per la ministra Azzolina è una «decisione gravissima», mentre il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, si è schierato con il presidente Vincenzo De Luca. Al di là delle polemiche, c’è la realtà dei numeri. De Luca è fortemente preoccupato per la densità abitativa di Napoli e quando Speranza lo ha chiamato, governatore e ministro hanno concordato sulla necessità di «irrigidire le regole».
PressGiochi