23 Dicembre 2024 - 14:35

Capitanucci (AND) e Folena (Avvenire) pubblicano il libro “Perchè il gioco d’azzardo rovina l’Italia”

Le cifre da capogiro rese note dall’Agenzia delle Dogane dei Monopoli nelLibro blu 2020 evidenziano come nella sola provincia di Varese si sia registrato oltre un miliardo di euro di

14 Ottobre 2020

Le cifre da capogiro rese note dall’Agenzia delle Dogane dei Monopoli nelLibro blu 2020 evidenziano come nella sola provincia di Varese si sia registrato oltre un miliardo di euro di volume d’affari, che raggiungono la cifra di 14,5 miliardi raccolti a livello regionale. Varese conferma la netta predisposizione per le scommesse, viste le perdite che rasentano i 300 milioni di euro, precisamente 291.595.169,4 euro, aumentati dai  280.060.021,48 euro dell’anno scorso.

Le cifre sono state denunciate dalla dottoressa Daniela Capitanucci, che insieme al giornalista Umberto Folena ha pubblicato il libro “Perchè il gioco d’azzardo rovina l’Italia”. La dottoressa Capitanucci: “ Mi ha convinto questo bravo giornalista con cui condivido un impegno culturale e sociale. Lui voleva scrivere un libro e mi ha chiesto una consulenza scientifica. Ci siamo così ritrovati a creare un prodotto editoriale vero e proprio. Abbiamo incontrato un editore, Edizioni Terra Santa di Milano, che ha davvero creduto nel nostro lavoro. L’editrice, da persona estranea al tema, ci ha dato importanti consigli per arrivare a parlare direttamente al grande pubblico, anche quello che ignora la complessità del mondo del gioco d’azzardo. Sono quindi serena circa la bontà di questo volume che riporta uno sguardo comune».

Il libro si apre con un primo capitolo ricco di date, eventi, esperienze dirette. Un avvio magari scioccante ma frutto di una ricerca certosina del giornalista Folena che è andato a recuperare storie difficili e dolorose a tratti aberranti : « Da vent’anni mi batto contro lo strapotere del gioco d’azzardo senza vedere, ahimè, un’inversione di tendenza. Ormai sono consapevole che si può investire solo sulla cultura e l’informazione. È un argomento che ci riguarda tutti, uomini, donne, giovani di qualsiasi estrazione sociale. Capire che ci si ammala, che è una patologia è difficile”.

 

 

 

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