«La crescita del gioco a distanza è coerente con tutti gli altri settori economici, in cui il mercato online è in aumento con una rapidità senza precedenti», dice Elisabetta Poso,
«La crescita del gioco a distanza è coerente con tutti gli altri settori economici, in cui il mercato online è in aumento con una rapidità senza precedenti», dice Elisabetta Poso, direttrice dell’Ufficio Gioco a Distanza presso l’Agenzia Dogane e Monopoli. Poso chiarisce, tuttavia, che su 100 euro spesi per il gioco, ancora oggi meno di 10 sono investiti sul gioco online.
Il coronavirus – riporta Corriere Innovazione del Corriere.it – potrebbe aver in parte contribuito a una migrazione globale verso i mercati virtuali, ma non ha fatto altro che accelerare una transizione che si avvicinava inesorabile.
In Italia, le versioni online di poker, carte, bingo e giochi da casinò sono aumentate di popolarità in modo significativo durante il lockdown. La spesa sul poker nei mesi di marzo e aprile è raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il segmento delle scommesse si è spostato sugli e-game. Un’indagine condotta dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa ha riportato che tra i profili virtuali aperti negli ultimi mesi, l’11% è stato aperto da giocatori che non avevano mai giocato online.
Solo nel mese di marzo i nuovi conti di gioco aperti sono aumentati del 35% rispetto a quelli di febbraio.
Emerge quindi la necessità di regolamentare il settore online dal punto di vista internazionale, anzitutto perché il mercato digitale rende più difficile applicare leggi su limiti di gioco e pubblicità. Per fare chiarezza: in ogni stato esistono compagnie di gambling considerate legali (che rispettano le regole imposte dallo stato sui limiti di promozione e di tempo e spesa delle giocate) e compagnie illegali (che non sono direttamente monitorate dallo stato e in tal senso possono finire per operare in modo fraudolento). Il problema è che, con l’online, emerge una seconda categoria di illegalità: quella delle compagnie che rispettano le leggi di uno stato e non quelle di un altro, ma operano a livello internazionale.
«Gli impianti normativi di questi settori risalgono al XX secolo e penso che la pandemia abbia contribuito a sensibilizzare su questo particolare problema», afferma Hörnle, professoressa di Internet Law alla Queen Mary University of London e leader di un team di ricercatori che fornisce consulenze sul tema del gioco a distanza alla Commissione Europea e ai governi inglese e cinese. In questo contesto però l’Italia può ritenersi all’avanguardia. Il nostro paese ha introdotto regole precise di tutela dei giocatori, che sono più severe e aggiornate rispetto ai regolamenti di altri paesi europei. L’Italia regolamenta il gambling online bloccando agli utenti italiani gli indirizzi Ip dei siti che hanno come dominio “.com”. Il blocco rende cioè più complicato l’accesso ai siti non autorizzati dal governo italiano, e allo stesso tempo tenta di sensibilizzare i giocatori alla distinzione tra siti legali e illegali.
PressGiochi
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