Da oggi 12 agosto 2020 a Trento bar e tabacchi dovranno rimuovere gli apparecchi presenti all’interno dei propri esercizi commerciali qualora siano ubicati nel raggio di 300 metri dai luoghi
Da oggi 12 agosto 2020 a Trento bar e tabacchi dovranno rimuovere gli apparecchi presenti all’interno dei propri esercizi commerciali qualora siano ubicati nel raggio di 300 metri dai luoghi definiti sensibili dalla legge provinciale del 2015.
Un provvedimento che colpisce l’80% degli apparecchi attualmente presenti sul territorio con importanti ripercussioni economiche e occupazionali.
In Consiglio provinciale Forza Italia, raccogliendo le preoccupazioni di baristi, esercenti e tabaccai, ha presentato un emendamento per un’ulteriore proroga. L’emendamento non è passato (7 favorevoli e 14 contrari).
Fanno eccezione le sale giochi vere e proprie, che avranno altri due anni di tempo, in questo caso per chiudere i battenti. La Polizia Locale sta eseguendo in tutti i comuni trentini il censimento dei dispositivi per decidere quali dovranno essere rimossi (nella foto la Polizia Locale delle Giudicarie in un bar della zona).
Un danno – commenta l’associazione Sapar – che si ripercuoterà anche a livello erariale in quanto la Provincia sperimenterà una notevole riduzione del gettito garantito dal comparto, circa cinquanta milioni di euro di mancate entrate fiscali.
Il distanziometro, laddove è stato applicato, è risultato inefficace nel contrastare il fenomeno della ludopatia risultando controproducente rispetto ai fini per i quali è stato disposto e ha prodotto una riallocazione delle risorse verso altri canali. In primis le offerte di gioco online disponibili in qualsiasi momento, senza restrizioni temporali o territoriali e prive di tutela per le fasce più esposte della società come i minori.
Peraltro, questo divieto rischia di creare 350 disoccupati nel settore senza impattare in modo significativo sui problemi legati al GAP. Nella bilancia dei contrapposti interessi, la Giunta provinciale ha deciso di percorrere la strada del proibizionismo, attraverso una misura particolarmente penalizzante per le imprese del settore del gioco legale e al contempo infruttuosa, che comprometterà la tenuta del tessuto imprenditoriale e produrrà una significativa perdita di posti di lavoro. Certamente la tutela della salute pubblica va affrontata ma con provvedimenti realizzati attraverso un approccio obiettivo e pragmatico che sortiscano effetti concreti e positivi sul piano sociale, investendo in programmi integrati di formazione e prevenzione. Il rischio è che il danno provocato da questa azione legislativa, normata sul processo di discredito, che da tempo colpisce il settore, possa produrre effetti negativi maggiori per la comunità, rispetto alla reale incidenza sul territorio del problema che si è preposto di risolvere.
“La situazione è stata gestita male sin dall’inizio – ha commentato il direttore di Confesercenti, Aldi Cekrezi -. La nostra posizione non è di lontananza dalle persone che soffrono di ludopatia e comprendiamo la gravità del problema. Ma così si mettono in ulteriore difficoltà delle imprese che hanno già avuto molti problemi. Molti operatori confidavano che passasse l’emendamento a firma Leonardi per prorogare l’entrata in vigore della norma. Ora si trovano a dover spegnere le macchinette e a chiudere i contratti di leasing delle slot con pochissimo anticipo. Alcuni esercenti mi hanno manifestato il desiderio di protestare contro l’applicazione, lasciando le macchinette accese. Ma non conviene: le sanzioni arrivano fino a 1200 euro e in caso di recidiva si rischia di andare nel penale e il sindaco può decidere la chiusura del locale. Speriamo che tra imprese si possa trovare un linguaggio comune”.
Sulla questione, in questi giorni è intervenuto anche Michele Bosetti referente per il Trentino di Sapar e Sinagi. Bosetti quantifica anche il danno stimato in 350 disoccupati oltre alla già citata significativa contrazione del ritorno fiscale. Secondo l’avvocato Bosetti la scomparsa delle slot machine nelle tabaccherie e bar sarà un assist per il gioco online al quale potranno prendere parte anche i minori. Il giocare a casa, farà cadere anche quel sottile filtro che può essere rappresentato dalla vergogna di farsi vedere alle prese col gioco e dagli orari di chiusura degli esercizi: tutte le alternative sono h24.
Anche Lamberto Avanzo, segretario generale di Fisascat Cisl del Trentino, ha lanciato l’allarme per il rischio di perdita di posti di lavoro su cui vige anche un divieto di licenziamento: “Ci vorrebbe una proroga per consentire a tutti i soggetti di riorganizzarsi, anche perché diverse aziende sono specializzate unicamente in questo ambito. Fra l’altro è ancora in vigore il divieto di licenziamento, varato per l’emergenza Covid, dunque ci sarà un problema finanziario serio: speriamo che queste persone possano almeno usufrire dell’assegno ordinario del fondo trentino di solidarietà e ottenere opportunità di formazione professionale. Molte aziende non avranno modo di ricollocare il personale, che oltretutto in genere è formato specificamente per questo settore. Sono convinto che la ludopatia si può contrastare senza perdere posti di lavoro. Le azioni alternative a queste forme di divieto esistono. Il semplice proibizionismo avrà verosimilmente il solo effetto di orientare il gioco verso altri canali”.
PressGiochi