22 Novembre 2024 - 15:55

Bolzano ancora in lockdown: Rusciano (CS AS.TRO) risponde al Presidente della provincia autonoma

Il blocco ad oltranza dei giochi a Bolzano sta suscitando, negli ultimi giorni, un serrato dibattito. As.Tro, che nei giorni scorsi aveva sollecitato dei chiarimenti al Presidente della Provincia Autonoma,

10 Luglio 2020

Il blocco ad oltranza dei giochi a Bolzano sta suscitando, negli ultimi giorni, un serrato dibattito. As.Tro, che nei giorni scorsi aveva sollecitato dei chiarimenti al Presidente della Provincia Autonoma, ha ricevuto la risposta di Kompatscher ed ha deciso di replicare con la lettera che pubblichiamo di seguito, scritta dall’Avv. Isabella Rusciano.

“Egr. Presidente Kompatscher,

nel ringraziarLa per il pronto riscontro alla mia dello scorso 2 luglio, mi preme segnalare come continuino a permanere delle forti perplessità sulle ragioni che hanno spinto Lei -e la Sua Giunta- a decretare un lockdown prolungato delle attività di gioco pubblico, nonostante il nulla-osta per la ripresa sia stato sancito dal DPCM dello scorso 11 giugno: non è un caso, infatti, che quasi tutte le Regioni si siano adeguate immediatamente dopo, ritenendo compatibile la ripartenza delle suddette attività con il quadro epidemiologico del territorio di riferimento.

Nella Provincia di Bolzano -di contro- non si comprende come mai, nonostante nell’ordinanza n.32/2020 a Sua firma si legga <<che la situazione epidemiologica è costantemente migliorata e risulta attualmente stabile>>, la Giunta da Lei presieduta non abbia ritenuto superata positivamente quella ‘valutazione di compatibilità’ che era l’unica rimessa al Vostro esame. In altre parole, non si trattava di valutare in astratto ed isolatamente il grado di pericolosità dell’attività (essendo questo un giudizio già effettuato dal Governo), ma quanto lo stesso fosse compatibile con il concreto quadro epidemiologico del territorio della Provincia autonoma, nulla di più.

Accostando, poi, le attività di gioco alle discoteche, ancora la Sua scelta alla <<particolarità delle attività che si svolgono tipicamente in questi locali, in cui si possono trovare molte persone al chiuso che si muovono liberamente, almeno per parte del tempo>>. A prescindere dal fatto che sembra singolare l’assimilazione delle attività di gioco con le discoteche per ovvie ragioni (tra le altre, afflusso di gente e rischio di assembramento), faccio fatica a comprendere allora come sia stato possibile consentire la ripartenza dei centri benessere, centri termali, ristoranti, palestre, pub che pure sono attività che si svolgono al chiuso e, potenzialmente, presentano rischi uguali (o forse maggiori) rispetto alle attività di gioco dove il contingentamento degli ingressi ed il mantenimento delle distanze appare essere più facilmente realizzabile (considerate anche le linee guida indicate nelle schede tecniche allegate al DPCM dell’11 giugno 2020 che, tra l’altro -leggo sempre nella sua lettera- si appresta a breve a recepire).

Posticipare al 15 luglio la ripresa delle attività di gioco pubblico, nonostante una situazione epidemiologica stabile (ed in linea con gli altri territori), equivale ad assumersi la responsabilità per una scelta politica arbitraria e discriminatoria che non può trovare spazio nell’elaborazione dei provvedimenti amministrativi legati all’emergenza sanitaria, rischiando solo di innescare ‘facili’ contenziosi ad opera delle aziende di gioco pubblico danneggiate da questo periodo di ulteriore inattività (che per qualcuna di esse potrebbe essere senza ritorno).

Distinti saluti

Avv. Isabella Rusciano, Centro Studi AsTro

 

 

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