Dal primo luglio il tetto per le operazioni in contanti cambierà di nuovo, scendendo da 3 mila a 2 mila euro. Sarà solo un primo passo perché dal primo gennaio
Dal primo luglio il tetto per le operazioni in contanti cambierà di nuovo, scendendo da 3 mila a 2 mila euro. Sarà solo un primo passo perché dal primo gennaio del 2022, salvo ripensamenti, scenderà ancora fino a mille euro. Come era una volta.
Negli ultimi 20 anni il tetto per le operazioni in contanti è cambiato nove volte. Siamo andati dai mille euro, introdotti dal governo Monti alla fine del 2011 e rimasti in piedi fino alla fine del 2015, fino ai 12.500 in vigore tra il 2008 e il 2010, passando per i 5 mila fissati per due mesi appena sempre nel 2008.
“È il momento peggiore per introdurre tetti al contante: con la peggiore crisi degli ultimi decenni da affrontare, tutte gli sforzi vanno indirizzati per favorire e stimolare la spesa e non per fiaccare gli acquisti delle famiglie” commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Secondo quanto spiegato dal Centro studi di Unimpresa, dal giorno 1 luglio 2020, cala da 3.000 a 2.000 euro il limite per eseguire pagamenti con denaro contante. Per l’esattezza le soglie sono rispettivamente 2.999,99 euro e 1.999,99 euro. Da gennaio 2022 si scenderà ulteriormente a 1.000 euro (999,99 euro). Per i pagamenti di importo maggiore diventa obbligatorio l’utilizzo di bonifici, strumenti digitali e denaro di plastica (carte di credito e bancomat). Il concetto di fondo è la tracciabilità. Le sanzioni partono da 3.000 euro e arrivano fino a 50.000 euro per una singola operazione, secondo la gravità dell’infrazione.
La stretta al contante ha un duplice obiettivo: contrastare l’evasione fiscale e combattere il riciclaggio del denaro sporco.
Non esistono limiti specifici per quanto riguarda la movimentazione di denaro in banca, sia per quanto riguarda i prelievi sia per quanto riguarda i versamenti. Ciò perché il versamento o il prelievo non configura un cosiddetto trasferimento tra soggetti diversi. Tuttavia, i conti correnti sono soggetti a controlli da parte dell’agenzia delle Entrate – che ha accesso a tutti i dati bancari per accertamenti di natura tributaria, ricorda Unimpresa. Stesso discorso per le verifiche da parte dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, per quanto riguarda le norme sull’antiriciclaggio. In questo caso, peraltro, l’operatore bancario può segnalare operazioni sospette in relazione a movimentazioni consistenti di contanti.
Dallo scorso anno è in atto il nuovo meccanismo di controllo dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia: sotto la lente dell’Uif finisce chi movimenta contanti, tra prelievi e versamenti, oltre 10.000 euro in un mese anche con più operazioni di importo minore, ma comunque superiore a 1.000 euro.
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