“’Vi chiedo aiuto, sono una moglie e madre di tre figli. Mio marito gioca a videopoker e consuma tutti i nostri soldi’. È l’inizio della lettera arrivata in Consiglio regionale
“’Vi chiedo aiuto, sono una moglie e madre di tre figli. Mio marito gioca a videopoker e consuma tutti i nostri soldi’.
È l’inizio della lettera arrivata in Consiglio regionale da una donna che chiede il nostro intervento in vista della riapertura delle sale giochi, dal momento che in questo periodo con sale slot, bingo e sale giochi chiuse il marito non ha potuto giocare e ‘non abbiamo consumato soldi’.
Nella stessa situazione di questa famiglia ce ne sono migliaia in Puglia, per cui la Regione non ha mai fatto niente, ascoltando soltanto le istanze dei gestori. Destra e sinistra sono andate a braccetto nello snaturare la legge del 2013, votata da loro stessi sette anni fa, che aveva come obiettivo principale il contrasto e la prevenzione dell’azzardopatia, con l’entrata in vigore del distanziometro. La scusa è sempre la stessa, tanto si può giocare online, smentita però dai fatti, dal momento che durante il lockdown con le sale chiuse non si è registrato alcun aumento delle giocate su internet. La decisione sulla riapertura spetta al Governo, ma la prevenzione e il contrasto dell’azzardopatia sono materia regionale e fino ad ora c’è stato il vuoto assoluto.
Dove sono l’Osservatorio Regionale contro il Gioco d’Azzardo Patologico e le campagne d’informazione e sensibilizzazione sui rischi legati all’azzardopatia?”
Lo dichiarano i consiglieri del M5S Puglia.
“A un anno esatto dall’approvazione di un testo di legge regionale che il contrasto all’azzardopatia ce l’ha solo nel nome, cosa è stato fatto? Niente. Parliamo – incalzano i pentastellati – di una dipendenza patologica che rientra nei LEA, fino ad ora mai neanche lontanamente considerata da Michele Emiliano che si vanta di essere l’assessore alla Sanità. Emiliano che è stato assente in aula durante la discussione del provvedimento, da 368 giorni non dice una parola sul tema. Non è tollerabile che i parenti di chi gioca abbiano trovato nel lockdown la sola soluzione ai loro problemi. Dati nazionali dicono che quest’anno si ritornerà a 10 anni fa per quanto riguarda i soldi spesi nel gioco: circa 61 miliardi contro i 110 del 2019. Da questi lo Stato ha ricavato quasi 11 miliardi di euro, contro i quasi 9 miliardi del 2010.
In pratica al doppio delle giocate corrispondono meno di due miliardi in più di guadagni. In questi giorni leggiamo gli appelli di consiglieri di tutti gli schieramenti a riaprire al più presto le sale giochi, ma non una parola su tutte quelle persone che
ricominceranno a giocare rendendo un incubo la vita loro e dei loro familiari. Sappiano che troveranno in noi il massimo sostegno. Per noi è più importante la salute della campagna elettorale”.
PressGiochi
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