22 Novembre 2024 - 20:44

Giochi: il settore scrive la sua ricetta per un’uscita condivisa dal lockdown

Ripartire proponendo un protocollo tecnico per la messa in sicurezza dei locali in conformità alle norme igienico sanitarie e di distanziamento sociale necessarie per contrastare la diffusione del Coronavirus che

21 Aprile 2020

Ripartire proponendo un protocollo tecnico per la messa in sicurezza dei locali in conformità alle norme igienico sanitarie e di distanziamento sociale necessarie per contrastare la diffusione del Coronavirus che tengano fermi tre punti fondamentali irrinunciabili per l’intera filiera del settore giochi: accesso al credito, preu vigente al 31 dicembre 2019, operatività delle sale in deroga alle limitazioni regionali esistenti per il settore.

Sono questi i punti principali su cui si sta confrontando in queste ore la filiera del gioco pubblico attraverso i propri rappresentanti associativi che per la prima volta vede riunite quasi tutte le parti dell’industria, dai concessionari agli esercenti.

 

La consapevolezza che unisce tutti gli operatori è che il settore rischia di riaprire i battenti, secondo il grado di rischio finora assegnato dai tecnici del Governo, al 31 luglio, o peggio a settembre.

Anche se oggi il Presidente del Consiglio ha annunciato che entro fine settimana indicherà chiaramente il suo piano per la riapertura di tutte le attività, le associazioni di categoria stanno mettendo a punto la propria proposta nella speranza che si possano far comprendere all’Esecutivo le peculiarità del settore e delle sue locations.

 

Le associazioni riunite nel tavolo virtuale si sono date tempo fino a domani per condividere nella maniera più completa le linee guida per una ripartenza del settore da presentare al Governo.

 

L’elaborazione delle linee guida, partendo da quelle che sono le caratteristiche peculiari dei diversi ambienti di gioco in cui sono presenti apparecchi da intrattenimento, sarà definita ed implementata attraverso l’elaborazione di procedure precauzionali, anche di tipo sanitario, in grado di garantire i più alti standard per la messa in sicurezza di lavoratori ed utenti.

 


Tre sono le richieste condivise unanimemente:

  • la necessità di garantire l’accesso al credito a tutti gli operatori gioco al pari delle altre categorie imprenditoriali, garantendo che gli istituti bancari applichino un uguale trattamento per tutte le categorie;
  • applicare il preu vigente a dicembre 2019;
  • operare, nella fase di riapertura delle attività, in deroga alle limitazioni regionali esistenti per il settore del gioco pubblico che rischierebbero, laddove applicate, di annullare gli interventi necessari per il riavvio delle attività.

 

Un documento composto da una parte relativa all’assetto fiscale e finanziario, e una, con le proposte per la ripartenza.

 

AIUTI FISCALI E FINANZIARI – Si evidenza la necessità di annullare l’aumento Preu fissato nella legge di Bilancio 2020 per consentire che nella riapertura le attività non subiscano oneri che erano già poco sostenibili all’epoca pre-Covid19; occorre spostare in avanti la scadenza dei versamenti dei periodi contabili sospesi, definendo un calendario  in autunno o inizio 2021; vanno affrontate le questioni legate ai territori con limiti orari e distanziometri che – se applicati in aggiunta allo scaglionamento delle riaperture – annulleranno tutti gli sforzi per far ripartire il settore.

Accesso al credito. Non va solo garantito che gli istituti bancari trattino le aziende del gaming al pari di qualsiasi altra impresa, ma va evitato che la politica, influenzata da un retro pensiero proibizionista, disponga strumenti finanziari di sostegno alle imprese escludendo le aziende del gambling. Sta già accadendo purtroppo, in Molise e nel Lazio.

 

LA RIPARTENZA – Per la riapertura l’obiettivo primario è esser collocati in una delle fasi iniziali della ‘Ripartenza’.

  • Per le sale dedicate occorre garantire il distanziamento sociale e il contingentamento all’accesso, essendo già dotate di meccanismi di controllo all’accesso e sistemi di videosorveglianza. Basterà riposizionare gli apparecchi e garantire il rapporto 1:1, giocatore:macchina. Per le sale questi due interventi, riposizionamento degli apparecchi  e limitazione degli accessi a un rapporto uno a uno, potrebbero bastare per consentire di ripartire.

 

  • Per gli esercizi pubblici come i bar la situazione è leggermente più complessa. Varie sono le proposte sul tavolo: considerare la grandezza degli spazi per avventore e limitare l’accensione anche ad una sola slot machine. Si deve tener conto del fatto che in molti esercizi, gli apparecchi sono posti in aree separate rispetto alla somministrazione e in molti casi sono dotati di salette dedicate nelle quali potrebbe trovare spazio il giocatore.

Queste sono per le associazioni le basi per garantire la marginalità delle aziende senza la quale sarebbe impossibile tornare a lavorare.

 

L’obiettivo primario dovrebbe essere quello di fare in modo che si tratti il settore del gioco al pari degli altri, garantendo, così come fatto ad altre categorie, strumenti quali la sospensione dei versamenti delle imposte, ammortizzatori sociali e differimenti di versamenti di oneri previdenziali, crediti di imposta per il versamento dei canoni di locazione, o ancora, non vengano richiesti i pagamenti per le proroghe delle concessioni per i periodi di chiusura.

 

 

 

Cristina Doganini – PressGiochi

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