16 Novembre 2024 - 08:19

Covid-19. Fase 2: il settore giochi può rientrare in una classe di rischio più bassa, il Governo terrà conto dei suggerimenti delle imprese

Le Regioni che vogliono partire prima dell’inizio della fase 2, cioè il 4 maggio, dovranno garantire di avere a disposizione ospedali Covid e luoghi dove tenere in quarantena i positivi.

20 Aprile 2020

Le Regioni che vogliono partire prima dell’inizio della fase 2, cioè il 4 maggio, dovranno garantire di avere a disposizione ospedali Covid e luoghi dove tenere in quarantena i positivi. Questa la condizione posta dal governo per sbloccare il 27 aprile le aziende del settore auto, edile e moda. Altrimenti le riaperture cominceranno dalla settimana successiva. Saranno scaglionate in base alle tabelle dell’Inail che misurano il rischio per i lavoratori.

Negozi e aziende, ricorda il Corriere della Sera,  avranno l’obbligo di autocertificarsi per dimostrare di essere in regola con le nuove norme per il contenimento del contagio da coronavirus. Poi scatteranno i controlli e chi non si sarà adeguato rischia la sospensione della licenza o la chiusura. “Si può ragionare su una regionalizzazione delle aperture”, dice il ministro Stefano Patuanelli.

L’Inail che ha assegnato ad ogni attività economica una classe di rischio integrato relative al livello di assembramento ha assegnato al settore del gioco, sale bingo, scommesse e lotterie un indicatore medio alto.

Tuttavia, il Governo terrà conto nella riorganizzazione della fase 2 di tutti i suggerimenti che provengono dai vari gruppi di lavoro e saranno inseriti nel decreto del governo. E dal settore dei giochi, scommesse e lotterie sono molte le proposte che stanno arrivando all’Esecutivo, anche se le associazioni della filiera stanno– proprio oggi – lavorando ad una proposta unica che possa mettere insieme tutte le categorie della filiera, esercenti compresi per spiegare al Governo le ragioni per le quali il settore giochi può rientrare in un indicatore più basso.

 

Diverso è il discorso per i bar e i ristoranti, dove la riapertura appare ancora lontana rispetto all’inizio della fase 2. Le tabelle Inail assegnano infatti a questi luoghi di ritrovo un livello di rischio elevato. Dunque si sta valutando la possibilità di concedere, oltre alle consegne a domicilio che già vengono effettuate, il servizio da asporto. In questo caso l’ingresso sarà scaglionato, così come già avviene per tutti gli altri negozi già aperti, e calcolato sulla base della metratura dei locali. La misura rimane quella di 40 metri quadri fissata nell’ultimo decreto dove possono entrare due dipendenti e un cliente.

 

 

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